Ecco lo stato del ricorso TIM sul modem libero: prossima udienza al TAR del Lazio il 23 Ottobre 2019
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, in seguito al ricorso al Consiglio di Stato presentato a Dicembre 2018 da TIM, ha deciso di non poter anticipare l’udienza (prevista solo ad Ottobre 2019) per discutere nel merito la validità della delibera AGCOM sul modem libero, in particolare per quanto riguarda i contratti in essere.
Sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa è stato infatti pubblicato, il 29 Gennaio 2019, il decreto con cui viene definita l’impossibilità di anticipare la discussione dei ricorsi degli operatori sulla delibera del modem libero.
Si ricorda che la delibera AGCOM n. 348/18/CONS aveva sancito il principio del cosiddetto “modem libero”, ossia la possibilità da parte dell’utente di non dover per forza utilizzare il modem fornito dall’operatore, il quale non potrà più inserire in maniera obbligatoria questo tipo di apparecchiatura nei contratti di rete fissa. Inoltre era stato stabilito anche che per i contratti in essere con modem a pagamento, questo si sarebbe potuto restituire annullando di fatto le rateizzazioni.
Gli operatori di rete fissa, ed in particolare TIM, avevano presentato dei ricorsi al TAR del Lazio cercando di annullare la validità del provvedimento di AGCOM. TIM aveva anche richiesto al TAR la sospensione cautelare: il Tribunale Amministrativo, però, aveva respinto la richiesta con una sentenza pubblicata il 16 Novembre 2018, fissando comunque un’udienza nel merito per il 23 Ottobre 2019.
Nel frattempo, dal 1° Dicembre 2018, è entrata in vigore la prima parte della delibera, che sanciva che tutti i clienti (anche i già clienti) da quella data avrebbero potuto utilizzare un modem di proprietà, e quindi gli operatori avrebbero dovuto garantire il perfetto funzionamento (salvo limitazioni tecniche) sia della linea telefonica (anche VoIP) che quella Internet con qualsiasi modem, senza alcuna modifica delle condizioni economiche applicabili.
Da questo punto di vista, operatori come TIM (che dal 14 Gennaio 2019 ha anche rinnovato le sue offerte TIM Connect togliendo del tutto il modem in comodato d’uso obbligatorio), Tiscali e Wind Tre (al momento solo per ADSL ed FTTC) si erano subito adeguati fornendo i parametri di configurazione della linea internet e VoIP per i modem alternativi.
Altri operatori, invece, come Fastweb e Vodafone, non si sono ancora adeguati del tutto alla delibera: Fastweb ha reso disponibili sul suo sito alcune informazioni sui parametri senza però menzionare il VoIP, mentre Vodafone non ha ancora dato alcuna informazione, se non quella dell’eliminazione del costo per la mancata restituzione della Vodafone Station.
Successivamente, dal 31 Dicembre 2018, sarebbe dovuta entrare in vigore anche la seconda parte della delibera, ossia quella che obbligava le società di rete fissa a proporre ai clienti che pagano per l’utilizzo obbligatorio del modem, un cambio offerta verso una che ne prevede l’utilizzo gratuito o in alternativa il recesso gratuito dal contratto, annullando eventuali penali previste per il modem, che andrebbe semplicemente restituito.
L’applicazione di questo punto della delibera AGCOM è stata però bloccata da TIM, che il 20 Dicembre 2018 ha presentato un ulteriore ricorso, questa volta al Consiglio di Stato, impugnando la precedente sentenza del TAR sulla sospensione cautelare. Il Consiglio di Stato ha dato parzialmente ragione a TIM, disponendo la sospensione cautelare per quanto riguarda la questione dei contratti in essere, ma sollecitando il TAR a fissare il prima possibile l’udienza per la discussione nel merito.
Il Consiglio di Stato, infatti, pur riconoscendo le ragioni di TIM per la richiesta di sospensiva (soprattutto per quanto riguarda l’approfondimento sulle presunte conseguenze che l’operatore potrebbe avere dai mancati introiti dalle rate residue dei modem), aveva ritenuto che “la scelta del TAR di fissare la causa nel merito solo ad ottobre 2019 non appare congruente con la pur avvertita necessità di risolvere la questione con ragionevole rapidità“, invitando il TAR fissare più rapidamente l’udienza per proteggere in primis le ragioni dei clienti.
Su questo punto si era poi appigliata l’AGCOM, che il 21 Dicembre 2018 aveva presentato un’istanza di anticipazione di udienza.
Il TAR del Lazio però, con decisione del 17 Gennaio 2019, pubblicata sul sito istituzionale solo il 29 Gennaio 2019, ha deciso di respingere l’istanza dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, poiché era stata già “individuata una data compatibile con l’estremo sovraccarico dei ruoli di udienza“ del TAR, ritenendo anche che non ci sia una causa di maggiore urgenza come suggerito dalla sentenza del Consiglio di Stato.
Dunque una nuova beffa per i consumatori che attendevano di potersi liberare il prima possibile dal vincolo del pagamento rateizzato dei modem degli operatori. Adesso, per colpa dell’intasamento del TAR del Lazio, sarà necessario attendere almeno il 23 Ottobre 2019, giorno in cui (si spera) si potrà sapere quale sarà il destino della delibera AGCOM sul modem libero.
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