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Garante Privacy multa 2 negozi di telefonia: attivazione illecita di SIM e altri servizi

Il Garante della Privacy ha sanzionato una società titolare di due negozi di telefonia nella zona di Trento con una multa di 150mila euro per aver attivato illecitamente SIM, abbonamenti e altri servizi Vodafone e per gli addebiti per l’acquisto di cellulari e localizzatori GPS (mai richiesti e mai consegnati) utilizzando i dati personali di centinaia di clienti a loro insaputa.

Lo ha comunicato lo scorso 3 Maggio 2024 l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, riportando ciò che è stato deciso con il provvedimento del 22 Febbraio 2024 (ecco il documento completo), in seguito al procedimento avviato su segnalazione della Guardia di Finanza, che aveva ricevuto a Marzo 2022 la denuncia di una cliente per addebiti sulla propria carta di credito relativi all’attivazione di un nuovo contratto a nome del marito deceduto.

Il Garante ha quindi accertato che la società, con sede a Trento, che all’epoca dei fatti gestiva due punti vendita Vodafone nella zona di Trento, ha attivato senza consenso a nome dei clienti schede SIM, servizi Vodafone e servizi NOW, addebitando agli stessi il costo dell’acquisto di dispositivi mobili, in particolare telefoni cellulari e tracker GPS, mai richiesti e mai consegnati ai clienti.

La multa non coinvolge invece l’operatore telefonico Vodafone, che anzi aveva versato delle provvigioni non dovute a causa delle attivazioni illecite effettuate dal rivenditore.

Nel corso dell’istruttoria svolta dall’Autorità, il Garante della Privacy ha riscontrato numerose e gravi violazioni da parte del rivenditore.

In particolare, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha accertato che la società che gestiva i negozi di telefonia aveva attivato 1300 SIM utilizzando i dati e i documenti di identità estrapolati dai sistemi di Vodafone di cui vendeva i prodotti o indebitamente conservati dai negozi.

La società aveva anche attivato servizi non richiesti inducendo i clienti ad apporre firme, tramite un tablet, senza chiarire le conseguenze di tali consensi.

Tra gli illeciti accertati dal Garante c’è anche la vendita di cellulari che non erano stati richiesti dai clienti né consegnati agli stessi, che venivano a sapere dell’acquisto trovando gli addebiti rateali in fattura.

Inoltre, dall’istruttoria del Garante della Privacy è emerso che la società aveva eluso i controlli di Vodafone Italia e le relative disposizioni in materia di trattamento dei dati dei clienti, agendo quindi come titolare autonomo.

Nello specifico, come riporta l’Autorità, la società aveva progettato le proprie attività con l’intento di utilizzare la base di dati personali a sua disposizione per attivare forniture di servizi di telefonia non richiesti ovvero ampliare indebitamente l’offerta contrattuale a suo tempo sottoscritta dai propri clienti.

Il tutto per un giro di affari di oltre 80mila euro, realizzato coinvolgendo i propri dipendenti in attività volte ad eludere sistematicamente i princìpi di liceità, correttezza e trasparenza previsti dal Regolamento europeo.

Per tutte queste ragioni e vista la condotta riconducibile al fenomeno complessivo delle attivazioni illecite di schede telefoniche, che secondo l’Autorità è potenzialmente idoneo a creare ulteriori e ben più allarmanti indotti di illiceità e ostacoli alle attività di repressione di reati, il Garante della Privacy ha applicato alla società che gestiva i due negozi di telefonia a Trento una sanzione di 150mila euro e ha inoltre disposto il divieto di ulteriori trattamenti dei dati dei clienti.

Editing Simone Nicolosi

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