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TIM switch off 3G: l’AGCOM posticipa a Luglio 2022 l’inizio dello spegnimento, ecco perché

TIM dovrà attendere ancora qualche mese prima di poter effettivamente avviare il piano di spegnimento della tecnologia 3G dalla sua rete mobile: l’AGCOM, per diverse motivazioni, ha infatti imposto di posticipare a non prima di Luglio 2022 l’inizio dello switch off.

Lo ha reso noto l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera 74/22/CONS (ecco il documento completo) denominata “Approvazione del piano di spegnimento della rete 3G di TIM e azioni a tutela dell’utenza”, che risale allo scorso 17 Marzo 2022, ma che è stata pubblicata soltanto oggi, 6 Maggio 2022.

Dato che il documento con cui l’AGCOM ha imposto a TIM di posticipare le operazioni di switch off è di Marzo 2022, lo spegnimento del 3G non è avvenuto a partire da Aprile 2022 contrariamente a quanto era previsto dalla roadmap ufficiale presente sul sito di TIM, che fino ad ora non è stata aggiornata.

Tuttavia, secondo fonti verificate, il sito di TIM verrà aggiornato nelle prossime ore o nei prossimi giorni con le nuove date per lo spegnimento del 3G.

Da dove parte il procedimento dell’Autorità sul 3G di TIM

TIM aveva già comunicato, con una nota del 13 Aprile 2021 indirizzata sia all’AGCOM che al MISE, la sua intenzione di procedere con lo spegnimento della rete 3G su tecnologia UMTS in tutto il territorio nazionale, riutilizzando le frequenze liberate a 2100 MHz e a 900 MHz, sulla base del principio di neutralità tecnologica con l’erogazione di servizi in tecnologia 4G, attraverso un piano che prevedeva l’inizio della dismissione a partire da Aprile 2022.

Come riporta l’Autorità, il piano di switch off comunicato da TIM, tenuto conto delle previsioni della delibera 338/20/CONS (proroga dei diritti d’uso in banda 2100 MHz con le eventuali azioni da predisporre in caso di transizione da 3G a 4G o 5G), prevede quanto segue: sostituzione della tecnologia UMTS con le tecnologie 2G/4G/5G per gli impianti a 2100 MHz, con rispetto degli obblighi di copertura in regime di neutralità tecnologica; chiusura definitiva del servizio UMTS in banda 900 MHz e 2100 MHz.

TIM aveva poi cominciato ad avvisare i propri clienti del piano di spegnimento del 3G a partire da Novembre 2021, specificando che l’avvio dello switch off, previsto da Aprile 2022, avrebbe coinvolto progressivamente tutto il territorio nazionale.

Come chiarito poi nei mesi successivi, la dismissione sarebbe dovuta essere effettuata in maniera progressiva da Aprile fino a Giugno 2022, secondo i tempi previsti dalla roadmap ufficiale di TIM (pubblicata anche sul sito Kena), con i documenti che specificavano il mese in cui sarebbe dovuto avvenire lo switch off del 3G per ogni comune italiano.

Il piano di spegnimento della tecnologia di rete mobile di terza generazione riguarda ovviamente anche gli operatori virtuali che si appoggiano alla rete TIM, i cui principali marchi oltre al secondo brand Kena sono attualmente Fastweb (per clienti con SIM su rete TIM)CoopVoceTiscali e Vianova Mobile.

Tutti gli operatori virtuali su rete TIM avevano già effettuato nei mesi scorsi le loro rispettive campagne di comunicazione ai clienti per informare dello spegnimento del 3G a partire da Aprile 2022, che dunque non è poi partito come previsto.

AGCOM spegnimento 3G

Le perplessità sullo switch off del 3G segnalate dal Codacons

In merito alla dismissione della rete 3G, è intervenuta anche l’Associazione Codacons, che ha inviato una nota all’AGCOM lo scorso 31 Gennaio 2022.

Il Codacons, pur riconoscendo “l’inesorabile avanzamento della tecnologia con la conseguente obsolescenza nello specifico delle reti di non più ultima generazione”, ha espresso delle perplessità circa le motivazioni alla base della volontà degli operatori (prima Vodafone e adesso TIM) che effettuano queste dismissioni.

Nello specifico, l’Associazione ha evidenziato come lo spegnimento della rete 3G generi la necessità, per chi non ne è provvisto, di acquistare un nuovo dispositivo compatibile almeno con il 4G, per evitare le limitazioni a cui andrebbero incontro, in particolare il rallentamento nella navigazione.

L’associazione dei consumatori ha quindi sollevato l’opportunità di “analizzare il comportamento posto in essere dalle compagnie telefoniche al fine di evitare che dietro questa scelta e/o decisione di switch off del 3G si celi una mera questione di business a danno solo ed esclusivamente di utenti/consumatori che, allo stato attuale, si trovano nella più assoluta costrizione ed obbligatorietà di accettare tali condizioni”.

Sulla base di questa considerazione, il Codacons ha posto la questione relativa al fatto se gli operatori che effettuano queste operazioni “non si pongano in una posizione dominante sul mercato delle telecomunicazioni arrivando alla creazione di un ingente ricavo per le loro casse e, per converso, ad una lesione dei diritti degli utenti/consumatori”.

Le valutazioni dell’AGCOM: diritto di recesso non concesso e criticità segnalate senza il 3G

L’AGCOM specifica innanzitutto che TIM ha diritto ai sensi della delibera 388/20/CONS a procedere al refarming del 3G nella banda 2100 MHz mantenendo, oltre agli altri obblighi, la copertura obbligatoria fissata per questa banda (dai diritti d’uso originari) anche con le nuove tecnologie 4G e 5G.

Per quanto riguarda la banda 900 MHz, TIM ha diritto, ai sensi della delibera 296/17/CONS, al refarming verso il 4G/5G nel rispetto delle norme tecniche di cui da ultimo alla decisione della Commissione europea n. (EU)2022/173, purché nel complesso fra banda 900 e 1800 MHz garantisca una copertura pari a quella originaria del GSM con qualunque tecnologia (fatte salve le norme a tutela degli utenti).

Fra le varie valutazioni dell’Autorità in merito all’impatto sui clienti dello spegnimento della rete 3G e delle azioni intraprese da TIM, l’AGCOM ha rilevato che l’operatore non prevede di comunicare alla clientela coinvolta la possibilità di recedere senza costi dal contratto (anche se TIM ha fatto presente che per linee mobili non sono previsti costi di disattivazione), limitandosi a fornire indicazioni relativamente alle azioni che il cliente dovrebbe intraprendere per effettuare gli aggiornamenti necessari all’utilizzo della rete 4G.

L’AGCOM specifica però che le Condizioni Generali di Contratto di TIM, all’Articolo 14, prevedono il diritto di recesso senza costi o penali in caso di variazioni contrattuali e di erogazione o fruizione dei servizi, sottolineando in particolare che TIM contempla fra le possibili cause anche le “esigenze tecniche” e i “mutamenti tecnici delle piattaforme di rete”.

Inoltre, uno degli operatori virtuali su rete TIM ha segnalato una criticità non risolta, che riguarda la difficoltà di migrare la clientela con servizi che hanno una “essenziale funzione di pubblica sicurezza”, per cui ha richiesto un posticipo dello switch off del 3G fino a Giugno 2022.

TIM switch off 3G

Le conclusioni dell’Autorità con le informazioni raccolte

Alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, l’AGCOM ritiene innanzitutto opportuno che TIM garantisca, considerato il maggiore carico di rete, le necessarie risorse spettrali per il 2G nelle more del completamento delle configurazioni di rete e dei terminali 4G per l’implementazione della tecnologia VoLTE (necessaria per effettuare chiamate su rete 4G).

Considerata anche la problematica posta da uno degli MVNO su rete TIM, per motivi di ordine pubblico, e per poter consentire un maggior tempo per la sostituzione dei terminali solo 3G oltre che per realizzare le necessarie configurazioni dei terminali 4G per il VoLTE, l’Autorità ha ritenuto opportuno che TIM posticipi il piano di switch off con inizio non prima del 1° Luglio 2022.

Per quanto riguarda invece le difficoltà segnalate dagli operatori virtuali circa l’interlocuzione con i costruttori di terminali per l’abilitazione del servizio VoLTE per i propri clienti, AGCOM reputa che TIM debba continuare a farsi parte attiva, per quanto possibile e nelle proprie facoltà, per facilitare il dialogo tra costruttori e MVNO.

Dal punto di vista delle tutele contrattuali, sia dei clienti TIM che degli operatori virtuali coinvolti, l’Autorità conferma anche al caso dello spegnimento del 3G l’applicabilità dell’articolo 98-septies decies, comma 5, del Codice delle Comunicazione Elettroniche.

Questo poiché la norma riconosce il diritto di recesso senza penali né costi di disattivazione in tutti i casi di variazione unilaterale delle condizioni contrattuali, a prescindere dagli eventuali impatti economici sugli utenti derivanti dall’esercizio dello ius variandi.

Dunque, l’Autorità ritiene che TIM e gli operatori virtuali coinvolti debbano informare i propri clienti impattati con adeguato preavviso, non inferiore a 30 giorni, comunicandogli la possibilità di recedere senza penali né costi di disattivazione.

Le decisioni imposte dall’AGCOM a TIM

In conclusione, con la delibera 74/22/CONS, l’AGCOM ha approvato il piano di spegnimento della rete 3G da parte di TIM, ad eccezione della data di avvio dello switch off.

Infatti, l’Autorità ha deciso di posticipare l’inizio dello spegnimento della tecnologia di rete mobile di terza generazione, che dovrà essere previsto non prima del 1° Luglio 2022.

Con il secondo comma della delibera, TIM ha l’obbligo di inviare entro 30 giorni dalla notifica della delibera all’Autorità, al Ministero dello Sviluppo Economico e agli MVNO ospitati sulla sua rete mobile, la nuova versione del piano di spegnimento della rete 3G rimodulato con la nuova data di avvio.

Inoltre, TIM (e di conseguenza il suo secondo brand Kena) e gli operatori virtuali che ne sfruttano la rete (CoopVoce, Fastweb, Tiscali e Vianova) dovranno informare i clienti impattati dallo switch off del 3G sul loro diritto al recesso senza costi come previsto dall’art. 98-septies decies, comma 5, del Codice delle Comunicazione Elettroniche.

Infine, a TIM è stato imposto di garantire, per quanto nelle proprie prerogative, il massimo supporto agli operatori virtuali per le negoziazioni con i costruttori di terminali ai fini della configurazione e certificazione dei terminali 4G per il corretto funzionamento del servizio voce in tecnologia VoLTE.

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