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Vodafone e PosteMobile sulla pratica Cash for SMS: i chiarimenti e consigli dei due operatori

Per informare la propria clientela sull’illegalità dei servizi Cash for SMS, ovvero quelli che incentivano la rivendita dei messaggi residui della propria tariffa, in questi giorni Vodafone e PosteMobile hanno pubblicato delle informative dedicate.

Sostanzialmente, per coloro che non ne fossero ancora a conoscenza, attraverso la pratica del cosiddetto Cash for SMS, ai clienti degli operatori telefonici viene consentito di cedere, dietro un compenso economico, i quantitativi di SMS non utilizzati tra quelli inclusi nella propria offerta.

A questo scopo, tramite store secondari e attraverso slogan promozionali variopinti, negli ultimi mesi stanno venendo pubblicizzate alcune applicazioni abusive dedicate proprio alla rivendita dei messaggi.

Trattandosi di una pratica illegale, non consentita né dalla regolamentazione vigente né dalle condizioni generali di contratto delle compagnie telefoniche, di recente l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) è intervenuta per interrompere la diffusione del fenomeno.

Come raccontato da MondoMobileWeb, infatti, il 1° Luglio 2022 è stato approvato un piano di interventi per bloccare le applicazioni coinvolte.

Inoltre, gli operatori telefonici hanno adesso l’obbligo di spiegare il fenomeno ai propri clienti, oltre che di restare vigili per eventuali segnalazioni da effettuare all’AGCOM.

In seguito a queste direttive imposte dall’Autorità, come detto inizialmente, Vodafone e PosteMobile hanno deciso di mettere al corrente la loro clientela attraverso delle informative dedicate, pubblicate nei loro rispettivi siti ufficiali.

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Per quanto riguarda Vodafone, all’interno della pagina “Vodafone Informa”, nella sezione “aggiornamenti”, è stata inserita una breve nota che spiega l’illegalità di questa pratica.

L’operatore chiarisce infatti che le applicazioni coinvolte nella rivendita di SMS non sono conformi alla regolamentazione vigente, spiegando inoltre che tale servizio non è consentito neanche dalle condizioni generali di contratto di Vodafone Italia SpA.

Per questi motivi, ai clienti viene consigliato di non installare queste applicazioni o, qualora lo si avesse già fatto, di rimuoverle tempestivamente dai propri dispositivi.

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Passando invece a PosteMobile, operatore virtuale Full MVNO sotto la rete della stessa Vodafone, in questo caso è stata creata una vera e propria pagina dedicata sotto la categoria “sicurezza per il consumatore”, all’interno del sito ufficiale della compagnia telefonica.

Oltre a spiegare più nel dettaglio il funzionamento della pratica Cash for SMS, PosteMobile mette in chiaro che i messaggi rivenduti potrebbero essere poi utilizzati per attività fraudolente o comunque contrarie alla legge, come ad esempio campagne di smishing.

Inoltre, come spiega l’operatore, gli SMS vengono inviati lasciando visibile il numero mittente del cliente ingannato, per cui tutti i destinatari dei messaggi potranno anche scrivergli e/o chiamarlo.

Prendendo parte a questo fenomeno, è presente dunque il rischio di incorrere in vicende giudiziali e l’onere conseguente di doversi dichiarare ad esse estraneo. In aggiunta, questo uso degli SMS potrebbe contravvenire anche al contratto stipulato dal cliente con la compagnia telefonica, in questo caso con conseguenze quali ad esempio il blocco della SIM.

Per evitare tutto ciò, PosteMobile consiglia dunque di scaricare app solo da siti autorizzati o market ufficiali, nonché di non scaricare e utilizzare app che promettono facili guadagni.

In fondo alla nuova pagina dedicata sul sito di PosteMobile, è stato inserito anche un video informativo che spiega tutta la faccenda, più o meno con gli stessi termini riportati in forma scritta.

Si ricorda infine che già prima dell’intervento diretto dell’AGCOM, parecchi operatori telefonici nazionali avevano provveduto a informare i consumatori man mano che la pratica andava diffondendosi.

In questi mesi, MondoMobileWeb ha riportato le posizioni di WindTre, TIM e Kena, Iliad, Very Mobile, Spusu, Coop Voce e, per ultimi, Fastweb e ho. Mobile. Inoltre, come raccontato, in seguito alle direttive imposte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è stato anche il turno di Digi Mobil.

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