La Storia della TelefoniaTelecomunicazioniWindTre

Primo anniversario per il sodalizio Hutchison e VEON: il riepilogo del primo anno di Wind Tre SpA

Il 31 Dicembre 2016 si celebravano ufficialmente le nozze tra la società cinese CK Hutchison, proprietaria di H3G SpA, e la società con maggioranza azionaria russa VEON (ex VimpleCom), società controllante Wind Telecomunicazioni SpA. Entrambe davano vita ad una joint venture (accordo di fusione tra imprese), Wind Tre SpA, che si presentava come il nuovo primo operatore per numero di clienti in Italia. Grazie alla fusione Wind (che deteneva circa il 23% dei clienti di rete mobile in Italia) e 3 Italia (che invece si piazzava al 4° posto con circa il 10%), scavalcavano Telecom Italia (oggi TIM, come preannunciato)  e Vodafone.

 

Approvato il 1° settembre 2016 dalla Commissione Europea e il 24 ottobre dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il sodalizio tra le due società di telecomunicazioni (anche se si dovrebbe parlare concretamente di un incorporazione di Wind Telecomunicazioni in H3G), si è verificato ufficialmente il 31 dicembre 2016.

Forte di 21.000 siti di trasmissione, dopo averne concessi 5.000 a Iliad Italia SpA che si era aggiudicata la gara per la vendita delle attività necessaria per la fusione tra Wind e 3, di una maggiore disponibilità di frequenze per una veloce diffusione dell’ultra broadband mobile, di un accordo con Open Fiber che avrebbe garantito la copertura della banda larga, e di una squadra condotta dal CEO (Chief Executive Officer) Maximo Ibarra e composta da manager di rilievo internazionale, Wind Tre contava 31 milioni di clienti nel settore mobile e 2,7 nella telefonia fissa.

Comincia una grande sfida di mercato – commentava Maximo Ibarra all’indomani della fusione – un’importante fase di sviluppo per l’economia digitale nel nostro Paese. Vogliamo essere leader nella relazione con i clienti grazie alla qualità delle nostre infrastrutture, alla trasparenza delle nostre offerte e alla passione delle nostre persone”.

Maximo Ibarra, ex CEO di Wind Tre

Ciò che si verificava il 31 dicembre era semplicemente la prima di numerose fasi che avrebbe portato all’effettiva integrazione dei due operatori mobili. Il completamento della joint venture Wind Tre avrebbe dovuto attendere l’integrazione delle due reti per poter permettere delle offerte uniche e comprendere anche l’ambito consumer. Diversamente, nel mercato business delle aziende e delle pubbliche amministrazioni i due marchi hanno dato vita al marchio unificato Wind Tre Business, che offre servizi a 1,2 milioni di realtà.

La costituzione di una rete unificata sarebbe stata avviata solo nella seconda metà del 2017, concretizzandosi a dicembre con il primo esperimento a Trieste. L’operazione a posteriori ha rilevato un miglioramento del 250% della velocità della rete 4G e un miglioramento della rete 3G e 4G, soprattutto negli ambienti indoor. Come affermato da Stefano Takacs, Responsabile Network Engeneering di Wind Tre, le prossime tappe dell’unificazione delle due reti saranno “Agrigento, Ascoli Piceno, Modena, Bologna e poi, ovviamente, Milano e Roma nel 2018”. Solo con il completamento di questo processo (previsto per il 2019) sarà possibile considerare definitivamente Wind Tre come un unico operatore telefonico, capace di fornire i propri servizi grazie anche all’accordo stipulato con Open Fiber per l’utilizzo della banda larga in 271 città italiane.

Dal punto di vista commerciale Wind Tre ha mantenuto comunque distinti i due marchi, Wind e 3 così come è successo a partire dai primi mesi del 2017, quando per ciascuno dei due erano state lanciate le due campagne istituzionali, l’una incentrata sui valori della tecnologia, trasparenza e fiducia, e l’altra su quelli della chiarezza, trasparenza e semplicità. La distinzione è stata anche applicata nel mercato della telefonia fissa, con offerte convergenti fisso/mobile sia per il marchio Wind e sia per il marchio 3.

Il 2017 è stato anche un anno di cambio alla guida. Il 23 giugno Maximo Ibarra (futuro CEO di KPN nei Paesi Bassi) cedeva i più importanti incarichi amministrativi a Jeffrey Hedberg (la cui carriera è stata ricostruita da MondoMobileWeb), vero esperto dei processi di fusione e integrazione strategica nelle realtà in cui ha lavorato in passato, nonché uomo abile nel capovolgere i trends negativi. Proprio in base al comunicato di presentazione Wind Tre attribuiva a lui il compito realizzare la prossima fase d’integrazione e condurre un nuovo periodo di crescita e sviluppo volto a costruire il player convergente più innovativo sul mercato italiano, con il migliore e più ampio network 4G/LTE, oltre ad essere un pioniere nel mondo digitale. In virtù di quest’ultima ambizione, non sembrerebbero fuori luogo le dichiarazioni dell’americano nel promettere di rendere la rete Wind Tre come la migliore in Italia nel giro di 12-18 mesi a partire dal 1 ottobre 2017.

Jeffrey Hedberg, CEO di Wind Tre

Sarebbe difficile in ogni caso descrivere esattamente l’esito dei primi 12 mesi di un processo lento come la fusione in un unico soggetto di due operatori che hanno per più di 15 anni percorso autonomamente la propria strada. Alcuni giudizi, pur non potendo essere ascrivibili esclusivamente alla joint venture Wind Tre, possono essere espressi su quell’1,1% (quasi un milione) di clienti persi nel giro di un anno fino a giugno 2017 da Wind Tre. Non vi sono state variazioni di prezzo dei servizi dei due operatori attribuibili alla joint venture, pur essendo possibile in futuro la creazione di un listino unico la cui consistenza è poco ipotizzabile.

Le quote di mercato per numero di clienti degli operatori italiani distinti in SIM complessive (comprese le SIM M2M dell’Internet delle cose) e SIM Human (SIM con solo traffico voce, SMS e dati)

Inoltre il percorso di fusione dei due marchi si lega, sin dalle sue origini, con l’ingresso di un futuro quarto operatore, lanciato da Iliad in Italia, che comincerà ad operare nei prossimi mesi e che potrebbe influenzare le scelte degli altri concorrenti, comprese quelle di Wind Tre, alle prese con la costruzione di un futuro in comune nell’ottica di un prezioso rafforzamento.

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