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TIM Capital Market Day: mantenimento clienti, INWIT, FiberCop KKR e data center i temi principali

TIM ha approvato il 10 Marzo 2020 il bilancio con i risultati del Gruppo al 31 Dicembre 2019 e anche il Piano strategico 2020-2022. L’11 Marzo 2020 si è tenuto in streaming il Capital Market Day per la presentazione agli investitori, con l’approfondimento di vari aspetti.

Per via delle ultime disposizioni atte a contenere l’epidemia di Coronavirus, per la prima volta la presentazione dei risultati finanziari non avviene di presenza ma soltanto in forma virtuale, con alcuni dirigenti TIM in video streaming che hanno poi risposto alle consuete domande durante la Conference Call.

I risultati del 2019 e le prospettive del Gruppo TIM sono stati infatti illustrati dall’Amministratore Delegato di TIM, LuIgi Gubitosi, dal CEO di TIM Brasil, Pietro Labriola, e dal CFO di TIM Giovanni Ronca.

TIM Gubitosi
Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM

Il primo a prendere la parola è proprio Gubitosi che, dispiacendosi di non aver potuto incontrare gli investitori di persona, anche per via degli importanti messaggi da dare, sottolinea come i fatti attuali (l’emergenza Coronavirus) dimostrino l’importanza delle telecomunicazioni, ad esempio per “salvare vite umane e risparmiare tempo e denaro”.

Nella sua presentazione l’Amministratore Delegato ha cominciato con il ricordare le principali iniziative strategiche precedentemente annunciate e portate a termine nell’ultimo periodo, come ad esempio la vendita di Persidera, l’accordo sulle torri e il 5G con Vodafone tramite INWIT, l’accordo con il fondo KKR per le infrastrutture di rete fissa secondarie, la partnership con Google Cloud per i Data Center e infine, per il Brasile, la collaborazione con Telefonica per l’acquisto congiunto di asset della rete mobile di Oi.

Sottolineando come la governance sotto la guida di Salvatore Rossi stia “andando bene”, Gubitosi aggiunge poi che di recente TIM ha “guidato il mercato di rete mobile verso la razionalità nel segmento superiore”, mentre sul fisso è stata lanciata TIM Unica con cui è stata migliorata la convergenza.

Non manca poi il riferimento a TIMVISION e al suo miglioramento dei contenuti, come l’imminente arrivo di Disney+. L’AD sottolinea comunque come siano ancora “molti miglioramenti da fare” ma che il 2020 sarà l’anno delle operazioni.

Altra notizia importante emersa con la pubblicazione dei risultati finanziari è quella della proposta di pagamento del dividendo pari ad 1 centesimo di euro per azione ordinaria già dal 2019. Il dividendo proposto per le azioni risparmio rimane a 2.75 centesimi di euro.

Questo è dovuto anche al fatto che TIM ha anticipato il raggiungimento di alcuni obiettivi, in particolare quello relativo all’indebitamento netto, con un anticipo di circa 6 mesi rispetto al piano presentato alla comunità finanziaria lo scorso anno.

Gubitosi sottolinea come si stia riuscendo ad attuare il percorso di “ritorno alla normalità” annunciato in alcune interviste, ossia riportare il Gruppo ad essere “una normale azienda che premia gli investitori”.

Per fare questo è stata anche reimpostata la condotta commerciale, e a questo proposito Gubitosi afferma che si sta “costruendo un’azienda sostenibile che merita la fiducia dei suoi clienti e dei suoi dipendenti, che ha portato risultati anche nel breve”. Gubitosi afferma che è una mossa che i suoi predecessori temevano di attuare poiché avrebbe messo a rischio ricavi ed EBITDA, ma in realtà sarebbe “evidente il contrario”.

mobile TIM

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Da questo punto di vista, ad esempio, si è deciso di migliorare il rapporto con i clienti di rete mobile per rallentare le portabilità in uscita, e non sono stati aumentati i prezzi della rete fissa per evitare gli abbandoni.

Ritornando al discorso del ritorno alla razionalità sui prezzi nel mercato mobile, viene ricordato come si sia riuscito a rialzare i prezzi, almeno nella fascia alta del mercato, riconoscendo come i clienti siano disposti a pagare di più per TIM, diminuendo la concorrenza e le portabilità in questo segmento, mentre nella fascia bassa secondo Gubitosi permane un’alta concorrenza che viene considerata “insostenibile”.

E a questo proposito non manca il riferimento ad Iliad, dato che Gubitosi afferma che “il quarto operatore non ha mai fatto soldi nel mercato italiano”.

Gubitosi si sofferma poi su TIMVISION, affermando che la piattaforma di streaming dell’operatore sia diventata in poco tempo “il fornitore di contenuti più ricco in italia”, con l’offerta sport “diventata un must” fino alla recente partnership con Disney, che prevede una esclusiva di 3 anni per la distribuzione in Italia di Disney+.

fondi

Si passa poi ad analizzare la strategia che vede il coinvolgimento di fondi infrastrutturali in 3 ambiti, ossia, le torri, la fibra e il cloud e i data center, fermo restando il mantenimento del controllo da parte di TIM del core busieness e delle infrastrutture principali. L’AD di TIM sottolinea come questo sia un “percorso finalizzato a creare valore”, anche grazie a tassi di interesse bassi in tutto il mondo.

Dal punto di vista delle torri, come ormai noto, è stato dato il via libera all’accordo per la condivisione del controllo di INWIT con Vodafone, sia per la rete attiva che passiva. TIM, oltre al controllo congiunto del 25% con Vodafone, è comunque disposta a vendere una quota extra di INWIT, un 12,4% che potrebbe fruttare 1,4 miliardi di euro.

Per quanto riguarda la fibra, Gubitosi afferma che “è arrivato il momento di passare al livello successivo del gioco: saremo noi a guidare in modo proattivo l’evoluzione della rete di accesso in questo paese, anche grazie alla collaborazione in via di discussione con KKR.

fibra TIM

Il fondo in questione metterà infatti la forza finanziaria per perseguire un approccio che TIM definisce “a doppio binario”, con due opzioni complementari: uno è la fusione con Open Fiber, che rimane l’obiettivo di TIM, dato che sarebbe ben visto dal Governo e secondo Gubitosi porterebbe benefici a tutto il paese e avrebbe “molto senso”; l’altro è l’investimento di KKR sulla rete passiva secondaria del fisso.

L’investimento di minoranza di KKR, nonostante possa essere “sensato anche da solo”, viene comunque considerato un lavoro preparatorio alla potenziale fusione con Open Fiber.

Il progetto di partnership con KKR prevede in dettaglio che quest’ultima acquisisca il 40% delle quote della NewCo che viene attualmente denominata FiberCop, la quale diventerebbe proprietaria dell’intera rete secondaria per la rete fissa, sia fibra che rame.

Si tratta della rete solo passiva, ossia quella che intercorre tra il cabinet stradale (escluso) e la casa del cliente. Il resto della rete di accesso principale in fibra (Backbone, centrale e cabinet) rimarrebbe in mano per il 100% a TIM.

FiberCop opererebbe quindi come un operatore Wholesale, che darebbe accesso alla rete passiva in fibra o rame sia a TIM che agli altri operatori. Si occuperà poi di gestire la rete secondaria in rame, che secondo i piani con il tempo verrà progressivamente convertita in fibra (e parzialmente in FWA), mentre continuerebbe a fornire accesso alla rete in rame dove la rete FTTH non arriva.

La NewCo si occuperebbe poi anche dello sviluppo della rete secondaria in fibra nelle aree grigie e nere del paese, con un piano, come affermato da Gubitosi, che prevede di raggiungere oltre 13 milioni di famiglie entro il 2026, e sarebbe aperto anche ad altri investitori, operatori e istituzioni.

Durante la sessione di domande e risposte tramite Conference Call, è stato chiesto se questa nuova società necessiterebbe di approvazione da parte delle Autorità competenti o anche della Golden Power.

Gubitosi ha risposto di no poiché, in questo caso, trattandosi di una quota di minoranza su una rete secondaria, da parte di un fondo che non ha intenzione di competere nel business, “non ci dovrebbero essere grossi problemi di autorizzazioni”.

Inoltre, rispondendo alla domanda se ci sarà bisogno di regolamentare le tariffe che gli operatori verseranno per questa parte della rete, l’AD di TIM ha replicato dicendo che “non ci dovrebbero essere cambiamenti, perché la controparte rimane TIM”.

KKR

Passando invece al business dei data center, Gubitosi afferma di essere d’accordo con gli analisti che sostengono che questi siano “le nuove torri” in termini di rendimento, visto che è un mercato “sano e in crescita”.

Da questo punto di vista TIM ha scelto come partner Google, con la stipula di un contratto a lungo termine che definisce il perimetro della collaborazione.

L’Italia è il primo paese in cui Google Cloud non si affida ai propri data center, e per questo motivo Gubitosi afferma di essere “molto orgoglioso” che la società abbia scelto TIM.

Inoltre, questa sarà un’altra opportunità per generare ricavi tramite l’invito a far entrare fondi di investimento con quota di minoranza (TIM manterrebbe il controllo), poiché c’è l’intenzione di creare una nuova entità legale che controllerà i data center di TIM. In questo modo, successivamente si potrebbe creare una operazione simile a quella di INWIT, con una possibile Offerta Pubblica Iniziale (IPO).

TIM Piano Strategico 2020-2022

Dopo i risultati finanziari e le iniziative principali del Gruppo, Luigi Gubitosi ha poi presentato i contenuti del Piano Strategico 2020-2022 di TIM, anch’esso approvato il 10 Marzo 2020, che come afferma l’AD ha tenuto conto dell’evoluzione del contesto competitivo italiano e va visto come un’evoluzione del piano presentato lo scorso anno.

Oltre a ribadire di voler continuare con il processo di razionalizzazione del mercato, al far crescere le partnership con importanti realtà internazionali e ad aggiornare gli obiettivi finanziari, dal punto di vista del mercato consumer Gubitosi afferma che TIM si concentrerà sempre di più sul mantenimento dei clienti piuttosto che sull’acquisizione di nuovi.

Per fare questo sarà fondamentale la convergenza fisso mobile, e Gubitosi sottolinea come TIM abbia adesso gli strumenti per realizzarla. La convergenza di TIM “non ha bisogno di offrire sconti” come ribadisce l’AD, ma si basa sull’arricchimento dell’offerta con “prodotti adiacenti”. Dal punto di vista della gestione della Customer Base viene menzionato un CVM intelligente data driven.

Fra gli obiettivi rimangono quelli di aumentare l’ARPU sulla rete mobile e di smettere di perdere linee sul fisso.

Dal punto di vista della riduzione dei costi si mira ad una diminuzione del 10% nel triennio, di cui gran parte è assicurato da azioni come il taglio del personale, che rappresenta circa la metà del taglio dei costi previsto.

Gubitosi sottolinea come adesso TIM spenda meno sulla manutenzione della rete e più sulla sua crescita, per renderla meno costosa da gestire.

Parlando proprio delle reti, che rimangono sempre gli asset principali dell’operatore, TIM conta di evolvere la copertura FTTC, pari attualmente all’81%, in Fibra FTTH con l’obiettivo di coprire il 40% della popolazione entro il 2023. Dal punto di vista delle linee Fixed Wireless Access (FWA) TIM si pone l’obiettivo di raggiungere 1 milione di linee attive entro il 2022.

Infine, per quanto riguarda il la rete mobile 5G, l’obiettivo sarà quello di garantire una copertura nazionale entro il 2025-2026, accelerando con la partnership con Vodafone.

Labriola
Pietro Labriola, CEO TIM Brasil

Dopo Gubitosi, è intervenuto Pietro Labriola, CEO di TIM Brasil, che ha illustrato il Piano 2020-2022 per la filiale brasiliana dell’operatore e le rispettive iniziative. La volontà, con il nuovo piano, è quella di trasformare TIM Brasil in un operatore di telecomunicazioni 4.0

Labriola ha invece spiegato come non si possono al momento illustrare pubblicamente in dettaglio i termini dell’accordo con Telefonica per Oi, ma ha voluto sottolineare che se si riuscisse a definire, sarà “un’operazione favorevolissima, non solo per noi, per tutto il settore mobile in Brasile”.

Fra le principali partnership di TIM Brasil è stata menzionata quella con ConectarAgro (annunciata proprio pochi giorni fa), mentre nei prossimi mesi verrà annunciata una collaborazione con una importante casa automobilistica, per servizi di auto connessa. Inoltre, TIM Brasil lavora ad un partenariato con una importante banca digitale.

Ronca
Giovanni Ronca, CFO di TIM

Infine, è intervenuto anche Giovanni Ronca, CFO di TIM, che è andato più nei dettagli dei fatturati del gruppo e sulle performance di mobile e fisso nel quarto trimestre 2019.

Facendo un focus proprio sulle performance, Ronca sottolinea come TIM sia stata la migliore in termini di portabilità nelle linee mobili, con un miglioramento rispetto al terzo trimestre del 2019.

Sono stati inoltre migliorati i fatturati dei servizi mobili, nonostante la scelta di bloccare dei servizi non voluti offerti dai Content Service Provider (CSP). Ronca la definisce una scelta difficile ma necessaria per rendere il nostro business più corretto e sostenibile, rendendo anche i clienti più soddisfatti e più fedeli. Ciò implicherà una perdita di alcuni punti percentuali nel 2020, ma TIM ritiene ne valga la pena.

Sempre sul mobile è stato migliorato l’ARPU rispetto allo scorso anno, mentre gli introiti dai device venduti dall’operatore risentono della decisione di smettere di vendere terminali a margine zero o negativo.

Per quanto riguarda invece la linea fissa, nel quarto trimestre 2019 si è registrato un miglioramento sulle linee disdette, sulle migrazioni da ADSL a Fibra e sulle dismissioni nei valori anno su anno.

Ronca ha poi menzionato la partnership con Santander Consumer Bank sul credito al consumo, che viene definita TIMFin (precedentemente era stata definita TIM Presto), che ha l’obietto di migliorare il capitale circolante nel 2020. Il CFO sottolinea come l’accordo sia in fase di esecuzione dopo l’accordo commerciale sottoscritto.

L’obiettivo è quello di sviluppare una collaborazione, e in seguito (entro Luglio 2020) anche una Joint Venture (51% Santander e 49% TIM), che permetterà di sviluppare e accordare mutui di finanziamento al consumatore che acquista i dispositivi TIM.

Il sistema sarà inoltre “flessibile” e mirato a offrire altri prodotti finanziari e assicurativi, con approccio di upselling.

TIMFin

Alla fine della video conferenza, è ritornato a parlare Luigi Gubitosi per alcune considerazioni finali.

L’Amministratore Delegato sottolinea come l’azienda stia “pensando al lungo periodo”, ad esempio non aumentato i prezzi della rete fissa, con l’eliminazione di contenuti CSP non voluti, e togliendo la vendita di dispositivi a margine zero.

Gubitosi ha poi voluto rivolgere un pensiero a chi in TIM, in un momento di straordinaria emergenza dettata dall’epidemia di Coronavirus, sta lavorando per assicurare l’integrità della rete 24 ore al giorno e per assicurare che la rete sia sempre disponibile in qualsiasi momento.

“TIM lavora per il paese: oggi per l’emergenza, domani per la sua modernizzazione” ha affermato Gubitosi alla fine del suo discorso.

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