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Paola Pisano sull’innovazione: occorre superare il digital divide. In partenza il progetto di TIM

Nel corso dell’EY Digital Summit tenutosi a Capri dal 4 al 6 Ottobre 2019, la Ministra dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione, Paola Pisano, è intervenuta con un commento che ha evidenziato la necessità di superare la piaga del digital divide in Italia. Chiaramente, il discorso ha finito per sfiorare anche il tema della rete unica tra TIM e Open Fiber.

Paola Pisano ha ribadito che non esiste una tecnologia o una formula sulla quale puntare per innovare, poiché semplicemente “l’Italia non è un’Italia del pubblico o del privato, non è un’Italia del nord o un’Italia del sud, ma è soprattutto un’Italia dove le idee, le attività e i sogni si devono poter realizzare”.

Il cosiddetto diritto d’innovare verrà garantito dunque dal Governo, sostiene la Ministra, a patto che le Autorità regolatorie possano monitorare ogni step rilevante in maniera adeguata, per poi fornire le loro osservazioni.

Il principale nemico dell’innovazione in Italia, però, resta il digital divide, che rischia di isolare una buona parte della popolazione, privandola di rilevanti opportunità di crescita e di inclusione, soprattutto considerando il rapido incedere dello sviluppo tecnologico degli ultimi anni.

Infatti, come ricordava recentemente un servizio di Mi Manda Rai Tre, in Italia sono circa 1000 i comuni (su 9000) che presentano dei seri problemi di copertura in grado di danneggiare irrimediabilmente la qualità della vita  dei cittadini, precludendo importanti opportunità lavorative.

L’innovazione è un bene comune, continua Pisano, e occorre agire a trecentosessanta gradi per riuscire a coinvolgere tutti i cittadini. Le parole della Ministra si concretizzano nel progetto denominato Repubblica Digitale, con cui il Governo mira a rendere accessibili a tutti i cittadini i principali servizi pubblici digitali.

Il progetto, promosso dal Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, accompagnerà il processo di trasformazione digitale con una serie di azioni di inclusione finalizzate ad abbattere ogni forma di divario digitale di carattere culturale.

Obiettivi principali del progetto sono l’educazione al digitale, intesa come l’insieme delle nuove competenze essenziali alla collettività, e la cittadinanza digitale.

Repubblica Digitale

Uno sforzo rilevante per erodere il digital divide parte però anche dal privato. L’Amministratore Delegato di TIM, Luigi Gubitosi, presente all’evento, ha infatti affermato che l’operatore lancerà dal 29 Ottobre 2019 un progetto di educazione al digitale in tutto il Paese per raggiungere almeno un milione di persone nelle 107 province italiane.

L’iniziativa era stata già anticipata nel corso della presentazione ufficiale del 5G dell’operatore, ma l’ufficializzazione rende noti ulteriori dettagli. In primo luogo, il progetto sarà presentato per mezzo di una campagna pubblicitaria e punterà a coinvolgere principalmente i cittadini che abitano nelle località comprese tra i 10.000 e i 60.000 abitanti. La prima città che verrà coinvolta dall’iniziativa di TIM sarà Marsala, in provincia di Trapani, alla quale seguiranno gli altri comuni interessati.

Luigi Gubitosi e Paola Pisano hanno rinnovato pubblicamente la loro intenzione di collaborare proficuamente, con lo scopo di raggiungere insieme un obiettivo tanto rilevante per la collettività.

Sempre nel corso del suo intervento, la Ministra Pisano ha brevemente citato il tema della rete unica, affermando che la priorità resta l’abbattimento del digital divide, ma senza duplicare le infrastrutture. A riguardo, però, non viene espressa un’opinione completa. La Ministra afferma che sono presenti altre problematiche attualmente in fase di valutazione, che in parte esulano dalla questione delle infrastrutture.

Franco Lombardi, Presidente ASATI, ha dichiarato: “Duplicare le infrastrutture non va mai bene da un punto di vista economico. […] Le reti Ultra Broad Band richiedono certamente un accesso veloce, ma le prestazioni dei servizi offerti su queste reti dipendono dalla rete che collega gli end user alla “big internet” e non solo dalla rete d’accesso. E’ quindi necessario trovare, in tempi brevi, una soluzione che, con un progetto ‘integrato’, migliori la sostenibilità economica per la rete d’accesso e consenta di investire anche sulle piattaforme che migliorano la qualità dei servizi offerti sulle reti Ultra Broad Band. Anche la scelta del nuovo Presidente di TIM è importante per trovare una soluzione al problema della rete Ultra Broad Band in Italia e anche di una Governance più chiara tra i primi grandi azionisti della Società.

ASATI è l’associazione dei piccoli azionisti di TIM, pari a circa 8.800 di cui 6.800 dipendenti di TIM, impiegati, dirigenti e pensionati, e 2.000 piccoli azionisti esterni alla società.

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