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Settimana cruciale per il CdA di Tim. Sul tavolo l’accordo con Vodafone e la rete unica

L’evoluzione delle telecomunicazioni in Italia si appresta a vivere fasi decisive nei prossimi giorni. Il calendario di fine Luglio e inizio Agosto 2019 passerà in rassegna alcuni eventi importanti che riguarderanno il 5G e il progetto di rete unica in fibra. Su entrambi i fronti si registra l’attivismo di Tim, che da ex monopolista detiene la maggiore dotazione tecnologica per quanto riguarda le infrastrutture di rete.

Per quanto riguarda la rete di quinta generazione, sembra proprio che il memorandum d’intesa sottoscritto nel Febbraio 2019 tra Tim e Vodafone si sia trasformato definitivamente in un accordo per lo sviluppo condiviso del 5G. L’accordo finale coinvolgerà le torri di Inwit, società controlla al 60% da Tim, e di Vodafone, per un totale di 22.000 siti distribuiti su tutta la penisola.

InWit

L’attesa per conoscere l’esito dell’accordo terminerà venerdì 26 Luglio 2019, quando i consigli di amministrazione di Tim e Inwit si incontreranno per discutere il progetto di partnership, che stando alle parole dell’amministratore delegato Gubitosi dovrebbe aver raggiunto le sue battute finali.

Il caso vuole che nella stessa giornata Vodafone presenterà i dati trimestrali del secondo trimestre del 2019, come anticipato.

Fibra

La stretta di mano finale potrebbe inoltre interessare anche l’ipotesi di un riassetto dell’azionariato di Inwit, come ha riportato l’edizione giornaliera del Sole 24 Ore di sabato 20 Luglio 2019.

Sei giorni dopo la riunione straordinaria del 26 Luglio, i membri del CdA si ritroveranno a discutere dei risultati semestrali del 2019, ma soprattutto delle trattative con Cassa Depositi e Prestiti ed Enel sull’unione delle reti in fibra con Open Fiber.

L’accordo di confidenzialità firmato a fine giugno dalle parti ha inaugurato la fase di negoziati ufficiali, ma non ha rappresentato la fine delle divergenze fra loro. I disaccordi principali nascono sulla stima finanziaria di Open Fiber. Enel potrebbe essere interessata a cedere il suo 50% a terzi o alla stessa Tim, ma la sua valutazione del valore è considerata troppo elevata.

L’esito del CdA del 1° Agosto 2019 potrebbe infine chiarire le intenzioni su un eventuale progetto di congiunzione tra Open Fiber e Flash Fiber, la società della fibra controllata da Tim e Fastweb, rispettivamente all’80% e al 20%. Tale opzione aprirebbe altri scenari in merito alla riorganizzazione delle partecipazioni societarie fra i vari attori in campo; non bisogna infatti dimenticare che Cassa Depositi e Prestiti, oltre al suo 50% in OF, detiene anche circa un 10% del capitale di Tim.

Il progetto non lascia peraltro indifferente il presidente uscente dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) Angelo Cardani.

Secondo il Sole 24 Ore quest’ultimo si sarebbe inizialmente espresso sull’operazione definendola come “un’inversione a U” che provocherebbe un ritorno al passato, rievocando i tempi in cui Tim, uscita dal monopolio, conservava un grande potere di mercato nei confronti delle concorrenti.

Cardani ha successivamente rettificato, dichiarando di non volersi riferire all’operazione specifica in cui Tim è coinvolta.

Ai possibili dubbi sui benefici concorrenziali di una tale iniziativa si aggiungono anche le ombre sui tempi e le modalità della stessa. Il progetto ha davanti a sé una lunga trattativa e un’attesa duratura. Per questo non sarebbe sorprendente se il CdA del 1° Agosto si dimostrasse il primo di una interminabile serie.

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