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Conference call Tim: tra sviluppo tecnologico, guerra sui prezzi, tariffazione a 28 giorni e golden power

La conferenza trimestrale di Tim di ieri 10 novembre 2017 relativa ai dati dal 1 giugno al 30 settembre 2017 è stata caratterizzata in primis dalla presenza per la prima volta del nuovo amministratore delegato Amos Genish.

A questo elemento inedito si sono aggiunte anche le domande di giornalisti e investitori su quelle che sono state le diverse vicende dei mesi in questione: dalla golden power, alla joint venture con canal+, dalle incertezze sulle conseguenze della fatturazione a 28 giorni (proprio nell’ultima conferenza semestrale il presidente Arnaud de Puyfontaine aveva annunciato la scelta di aderire a tale sistema) alla drastica riduzione dei prezzi per difendersi contro Ho.Mobile, ecc.

Dopo che il direttore finanziario Piergiorgio Peluso ha mostrato i dati del terzo trimestre, che segnalano una robusta crescita soprattutto nel mercato dei prodotti e di Tim Brasil, investitori e giornalisti hanno rivolto al manager israeliano le domande sulle novità degli ultimi mesi e sugli sviluppi futuri.

Ciò su cui la direzione di Tim lavorerà attentamente nei prossimi mesi riguarda il piano industriale 2018-2020, alla base del quale c’è anche la scelta di un CEO di calibro come Amos Genish. Il programma si concentrerà prioritariamente, come annunciato durante la conference call, sulla digitalizzazione dell’offerta Tim: da un’offerta con un bundle (pacchetto) One Play o Dual Play (nel caso ad esempio di un pacchetto congiunto di telefonia fissa e connessione ad internet), si ha l’intenzione di passare a bundles Triple, Play, Quadruple Play fino anche a Quintuple Play (che comporterebbe l’aggiunta anche di contenuti televisivi, telefonia mobile, ecc.). Il nuovo piano industriale sarà completato nel primo trimestre del 2018. Come concordato nell’incontro di ottobre fra Genish e il Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, il piano verrà condiviso con quest’ultimo per permettere un’aderenza con le necessità sviluppo tecnologico nazionali. Lo stesso Genish ha dichiarato l’ambizione della società di rendere Tim un punto di riferimento nel mercato europeo delle telco e di poter assicurare nel giro di un anno una maggiore soddisfazione per i clienti.

In merito al calo drastico dei prezzi il manager israeliano ha esternato di ritenere improbabile un’ulteriore guerra sui prezzi anche con l’entrata nel mercato di Ho.Mobile:

Abbiamo il giusto equilibrio dei prezzi sul mercato. Il calo dei prezzi degli altri concorrenti non andrà a loro favore e i clienti notano il calo di qualità. Siamo i numeri uno in Italia per qualità. Conosco già situazioni di mercato del genere e i prezzi non possono scendere ulteriormente. Anche quando arriveranno i nuovi concorrenti non vi saranno esagerate variazioni sui prezzi.

Per quanto riguarda lo stato della fibra, Tim ha raggiunto il 77% della copertura nazionale della fibra in tipologia FTTC (Fiber To The Cabinet, cioè fino alle centraline più vicine al centro urbano il cui collegamento con le abitazioni è effettuato tramite ADSL). L’intenzione è quella di permettere il trasferimento dei clienti in rete ADSL alla rete in fibra nel più breve tempo possibile. La rete in fibra fino a 200Mb ha invece registrato una bassa domanda.

Su questo fronte è strategica anche la joint venture di Tim e Fastweb “Flash Fiber srl” che ha già contribuito a creare infrastrutture necessarie per lo sviluppo della rete in fibra in 29 città.

Pur affermando di non essere stata promotrice, anche Tim, secondo le parole di Genish, tornerà alla tariffazione a 30 giorni, valutando per ciascun prodotto la convenienza di tale scelta. Il dialogo costante con l’associazione di settore porterà entro fine anno ad una risposta certa da questo punto di vista.

 

Proprio il 2018 è stato presentato da Genish come un anno di cambiamento: la società studia per una serie di offerte convergenti tra fisso e mobile da rendere definitivamente disponibili nel giro di un anno, il mercato dei contenuti si espanderà, grazie alla piattaforma Tim Vision.

Sull’argomento diritti tv l’israeliano ha chiarito che Tim non sceglierà prodotti, come i diritti tv relativi allo sport, il cui elevato costo può ricadere su un elevato prezzo offerto ai clienti. Più percorribile sembra da questo punto di vista la scelta di trovare partner che collaborino nell’offrire una vasta gamma di contenuti (series, contenuti regionali, sport, ecc.). La questione dipenderà quindi dalla conclusione di un accordo con realtà del settore. Sembra essere più chiara la posizione della società nei confronti del governo sull’esercizio della golden power e dello scorporo della rete: se durante la conferenza Genish ha rinnovato la disponibilità di Tim nel seguire le indicazioni del governo, garantendo piena equivalenza tra interessi nazionali e interesse pubblico, sulla questione dello scorporo della rete la risposta è più ferma e Tim non sembra essere intenzionata a cedere la propria infrastruttura, in virtù soprattutto del rispetto delle norme di legge che la società osserva pedissequamente.

Dai dati trimestrali infine non poteva che essere rinnovato l’ottimismo nei confronti di Tim Brasil la cui appartenenza a Tim non sarà messa in discussione e che si orienta verso un periodo ancora più florido in virtù della crescita dell’economia brasiliana. Cresce infatti la quota dei ricavi della business unit brasiliana sul totale dei ricavi del gruppo. Da notare il sorprendente ritmo di crescita di Inwit, la società delle torri di Tim, su cui negli ultimi giorni si vocifera di trattative con Iliad SA, la società francese che introdurrà il nuovo quarto operatore mobile in Italia tra dicembre 2017 e marzo 2018. Se questo risultasse vero, le dichiarazioni durante la conferenza della piena disponibilità di Tim a concludere accordi tramite Inwit con altri soggetti del settore non sarebbero interpretate a caso.

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