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TIM, aumenti di prezzo: 5,7 milioni di utenze coinvolte nella prima metà del 2025

Per l'AD Labriola "clienti dimostrano di accettare aumenti in cambio di qualità"

TIM ha fornito un nuovo aggiornamento sulle rimodulazioni con aumenti di prezzo che stanno coinvolgendo i già clienti TIM di rete fissa e di rete mobile nella prima metà del 2025, specificando che l’impatto sul tasso di abbandono è stato migliore del previsto, portando l’AD Labriola ad affermare che i clienti accetterebbero questi incrementi in cambio di servizi di qualità.

I nuovi dati relativi agli aumenti di prezzo previsti dall’operatore nel corso del secondo trimestre 2025, quindi alla fine del primo semestre 2025, sono stati resi noti anche durante la consueta Conference Call del Gruppo TIM, che si è svolta dalle ore 11:00 di oggi, 6 Agosto 2025.

Nel corso di questo evento, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, Pietro Labriola, insieme ad Adrian Calaza, il Chief Financial Officer (CFO) dimissionario che continuerà ad operare fino a fine 2025 (mentre dopo la presentazione dei risultati del terzo trimestre 2025 come CFO subentrerà Piergiorgio Peluso), ha condotto la presentazione (ecco il documento completo con le slide) con cui sono stati illustrati i risultati del Gruppo del secondo trimestre 2025 (quindi anche del primo semestre 2025), cioè fino al 30 Giugno 2025, approvati dal CdA del 5 Agosto 2025.

Dunque, oltre ad illustrare la situazione finanziaria dell’operatore alla fine del secondo trimestre 2025, si è parlato nuovamente anche delle campagne di rimodulazioni che stanno colpendo alcuni clienti TIM di rete fissa e di rete mobile anche nei primi 6 mesi del 2025.

Infatti, come era stato annunciato nei mesi scorsi, dopo le azioni di repricing continuate anche a inizio 2025, le rimodulazioni sulla base clienti di TIM sono proseguite anche nel secondo trimestre del 2025.

Nel corso della Conference Call, su questo argomento è intervenuto anche Andrea RossiniChief Consumer, Small & Medium Business Market Officer di TIM, che ha risposto alle domande poste dagli analisti finanziari in merito alla strategia dell’operatore sugli aumenti di prezzo ai clienti.

I numeri sui repricing di TIM nel primo semestre 2025 e i commenti dell’AD Labriola

L’AD Pietro Labriola ha ricordato innanzitutto che anche nel secondo trimestre del 2025 sono proseguite le campagne di repricing sui clienti TIM, sia di rete fissa che di rete mobile.

Nel dettaglio, secondo quanto riportato dall’operatore, nel corso dei primi 6 mesi del 2025, per quanto riguarda la clientela consumerTIM ha comunicato degli aumenti di prezzo a circa 4 milioni di linee fisse e a circa 1,7 milioni di linee mobile.

In totale, quindi, nel primo semestre 2025 gli aumenti di prezzo hanno coinvolto circa 5,7 milioni di utenze TIM. Nei primi 3 mesi del 2025, invece, le rimodulazioni avevano coinvolto circa 1,8 milioni di utenze TIM (circa 1,1 milioni di linee fisse e circa 0,7 milioni di linee mobile).

Come sottolineato dall’AD Labriola, gli aumenti effettuati nei primi 6 mesi del 2025 hanno avuto un impatto inferiore alle attese sul tasso di abbandono (churn) dei clienti.

Le rimodulazioni annunciate anche nel secondo trimestre 2025 stanno entrando in vigore in questo terzo trimestre 2025, per cui gli effetti sui ricavi saranno pienamente visibili nella seconda metà del 2025.

A questo proposito, rispondendo ad una domanda in merito nel corso della sessione di Q&A, Labriola ha specificato che il valore totale degli aumenti di prezzo nel 2025 è quantificato in circa 100 milioni di euro.

Secondo Pietro Labriola, i benefici per l’azienda derivanti da questi aumenti sono evidenti: infatti, l’ARPU del segmento fisso TIM ha continuato a crescere, mentre l’ARPU mobile è cresciuto per la prima volta dopo diversi trimestri.

Allo stesso tempo, l’Amministratore Delegato afferma che il tasso di abbandono (churn) è rimasto controllatoa detta di Labriola un risultato “notevole” considerando i molteplici aumenti di prezzo attuati nel corso degli ultimi tempi.

Secondo l’AD, tutto ciò conferma la validità della strategia “volume to value”, lanciata da TIM nel 2022.

Inoltre, Pietro Labriola ha affermato che “i clienti hanno dimostrato la volontà di accettare gli aumenti di prezzo in cambio di servizi di qualità”, e l’azienda è quindi fiduciosa che anche gli altri operatori possano adottare un approccio simile.

Su questo tema, rispondendo ad una domanda, l’AD ha ricordato che TIM ha iniziato le manovre di repricing sulla customer base nel 2022, quando a detta di Labriola tutti pensavano che non fosse una strategia percorribile.

Adesso, anche vedendo i risultati positivi raggiunti da TIM con gli aumenti di prezzo, secondo Labriola i competitor potranno seguire due strade: la prima, che a detta dell’AD non porta alcun ritorno finanziario, sarebbe creare una nuova guerra dei prezzi, ma secondo Labriola più di 10 anni di guerra dei prezzi hanno dimostrato che è l’unico modo di bruciare capitale e portare l’azienda vicina alla bancarotta (Labriola cita il “Chapter 11” della normativa fallimentare USA); la seconda sarebbe rimanere razionali, aumentando i prezzi e aumentando la qualità dei servizi, muovendosi nel frattempo verso la strategia “customer platform” (su cui Labriola riconosce che altri concorrenti hanno iniziato prima di TIM).

Labriola afferma infine che tutti gli operatori italiani di telefonia stanno diventando molto razionali, e per l’AD di TIM si tratta di un trend senza possibilità di ritorno.

Cosa ha detto Andrea Rossini sugli aumenti del 2025

Come detto, nel corso della Conference Call del secondo trimestre 2025, è stato interpellato anche Andrea Rossini, che rispondendo ad alcune domande in merito agli incrementi di prezzo di TIM ha affermato che l’operatore ha effettuato la maggior parte delle attività nella prima metà del 2025, mentre ci sono ancora degli obiettivi da raggiungere nel terzo trimestre 2025.

Dati i risultati positivi nel mercato di telefonia mobile, con una riduzione del churn ma soprattutto il volume delle MNP si è ridotto del 10% anno su anno, di conseguenza, secondo quanto afferma Rossini, i risultati di TIM nelle campagne di repricing sono stati migliori rispetto alle aspettative, per cui TIM ha deciso di continuare le sue rimodulazioni.

Inoltre, Rossini anticipa che TIM ha degli obiettivi da raggiungere anche per il quarto trimestre 2025 per proseguire le azioni di aumenti di prezzo.

Andrea Rossini ha poi spiegato che questo di fatto è il quarto anno di fila in cui TIM implementa degli aumenti dei prezzi ai clienti, allo stesso tempo studiando e analizzando i risultati di queste azioni, per cui l’operatore ha delle prove statistiche che dimostrano quanto affermato dall’AD Labriola, cioè che i clienti tenderebbero ad accettare gli incrementi di prezzo in cambio di servizi di qualità.

In particolare, secondo i dati di TIM, misurando il churn differenziale, target per target e segmento per segmento, nel 2025 il tasso di abbandono dei clienti che hanno subito aumenti di prezzo in media è risultato migliore rispetto al passato.

Rossini specifica che i risultati dei repricing sono diversi anche in base ai segmenti e alle tecnologie: ad esempio, nel fisso, i clienti FTTH hanno reagito meglio rispetto a clienti con tecnologie più obsolete, mentre per i clienti che hanno più servizi attivi, come TIMVISION o la convergenza fisso mobile, hanno risposto meglio agli aumenti.

Dunque, TIM ritiene che l’aumento dei prezzi sia la tendenza che dovrebbe essere seguita da tutto il mercato.

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