
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha deciso di archiviare una seconda volta il procedimento sanzionatorio avviato in origine nel 2020 contro l’operatore semivirtuale Kena Mobile, secondo brand di TIM, per presunte violazioni legate all’utilizzo dei dati relativi alla portabilità dei numeri mobili (MNP, Mobile Number Portability) per proporre offerte winback agli ex clienti.
La decisione arriva al termine di una vicenda giudiziaria che ha visto protagonista anche Iliad Italia, promotore del contenzioso che ha portato, nel 2023, alla riedizione del procedimento su disposizione del Consiglio di Stato.
Ad annunciarlo è stata la stessa AGCOM nella data del 21 Maggio 2025, rendendo nota la conclusione del procedimento con la pubblicazione sul sito dell’Autorità della Delibera 14/25/CIR (ecco il documento completo), risalente all’8 Aprile 2025 e recante “Archiviazione del procedimento sanzionatorio (di cui alla Contestazione 2/20/DRS) avviato nei confronti di Kena Mobile S.r.l. per violazione degli obblighi di cui all’articolo 41, comma 3, del Codice delle comunicazioni elettroniche. Ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato sez. VI n. 9365 del 31 ottobre 2023.”
La controversia, come già raccontato da MondoMobileWeb, prende origine nel 2020, con l’avvio da parte di AGCOM di un procedimento nei confronti di Kena Mobile per un presunto utilizzo irregolare dei database delle MNP per la promozione di offerte commerciali winback, rivolte a ex clienti passati ad altri operatori, tra cui proprio Iliad.
Mentre per TIM si concluse con una sanzione, il procedimento contro Kena venne archiviato con la Delibera 303/20/CIR del 9 Ottobre 2020, generando l’opposizione di Iliad.
L’operatore, richiedendo l’annullamento della Delibera e l’accesso agli atti del procedimento, impugnò l’archiviazione prima davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (TAR), nel 2022, e successivamente al Consiglio di Stato, che più di recente, con una sentenza pubblicata il 31 Ottobre 2023 (ecco il documento completo), ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo che l’AGCOM avrebbe dovuto riaprire il procedimento, ripartendo dalla fase successiva alla contestazione e garantendo la partecipazione di Iliad.
In ottemperanza a questa decisione, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha quindi adottato la Delibera 32/24/CIR (ecco il documento completo), risalente al 23 Ottobre 2024 e pubblicata sul sito dell’Autorità il 5 Dicembre 2024, avviando la riedizione dell’istruttoria.
Esaminata nuovamente tutta la documentazione alla luce della partecipazione di Iliad, tuttavia, l’AGCOM ha rilevato l’assenza di elementi che potessero modificare le precedenti conclusioni. Pertanto, con la Delibera 14/25/CIR pubblicata il 21 Maggio 2025, ha disposto una seconda archiviazione del procedimento.
In particolare, secondo quanto ricostruito dall’Autorità, le offerte commerciali oggetto di contestazione non sarebbero state promosse mediante un uso del database MNP per individuare potenziali clienti, ma al contrario, l’accesso al sistema avveniva solo in risposta a una manifestazione d’interesse da parte dell’utente stesso.
Il meccanismo, infatti, prevedeva che l’utente inserisse volontariamente il proprio numero telefonico per verificare la possibilità di sottoscrivere un’offerta dedicata a chi aveva recentemente cambiato operatore. Solo dopo questa azione, il sistema effettuava un controllo tecnico per accertare la corrispondenza tra il numero e l’operatore di provenienza.
Secondo TIM, titolare del marchio Kena, questo passaggio serviva a evitare che la richiesta di MNP andasse in KO, in caso di inserimento errato dell’operatore di provenienza.
L’AGCOM, quindi, ha ritenuto che questo tipo di utilizzo del database MNP avesse una funzione puramente tecnica, e che non fosse orientato alla costruzione di liste commerciali o alla profilazione degli utenti, condizioni che avrebbero costituito una violazione della normativa vigente all’epoca dei fatti.
A rafforzare questa valutazione è emerso anche che, già a Dicembre 2019, la funzione di verifica automatica del numero non risultava più attiva sul sito di Kena, poiché rimossa da TIM in autotutela.
Inoltre, l’istruttoria aggiornata non ha evidenziato elementi che dimostrassero un danno diretto a Iliad o un vantaggio competitivo indebito a favore di Kena. Secondo l’Autorità, in particolare, Iliad non ha fornito dati concreti che collegassero l’attività contestata a una perdita di clienti o a impatti misurabili sul mercato.
Per questo motivo, l’AGCOM ha quindi ritenuto di poter nuovamente archiviare il procedimento nei confronti di Kena Mobile, confermando le conclusioni già raggiunte nel 2020.
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