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Telefonia: ritirato l’emendamento al DDL Concorrenza 2025 sulle clausole inflazione

Iliad Italia apre al confronto istituzionale sulla tutela dei consumatori

Dopo le polemiche sollevate nei giorni scorsi, è stato ufficialmente ritirato l’emendamento al DDL Concorrenza 2025, presentato in Commissione da alcuni Senatori, che intendeva introdurre una normativa per permettere agli operatori di telefonia di utilizzare delle clausole per indicizzare all’inflazione i prezzi delle offerte.

Infatti, come già raccontato nel dettaglio da MondoMobileWeb, nell’ambito dell’iter del Disegno Di Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025 (DDL Concorrenza 2025), nel corso dell’esame presso la nona Commissione permanente del Senato (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare), alcuni Senatori avevano presentato degli emendamenti volti ad inserire delle misure relative alla telefonia, tutto ciò nonostante nel testo originario presentato dal Governo non ci fossero misure relative al mondo delle telecomunicazioni, e i relativi Articoli riguardano altri argomenti.

In particolare, come era emerso nella seduta del 30 Settembre 2025 della Commissione del Senato, con il testo del resoconto degli emendamenti, una delle principali proposte relative alla telefonia era l’emendamento 9.0.113 (firmatari i Senatori Trevisi, Paroli e Damiani), in cui si ipotizzava l’introduzione di normative per consentire agli operatori telefonici di inserire nei propri contratti delle clausole con cui indicizzare i prezzi all’inflazione, anche con percentuali aggiuntive al dato effettivo dell’inflazionesenza possibilità per il cliente di esercitare il diritto di recesso gratuito.

Il ritiro dell’emendamento e la dichiarazione di Iliad Italia sul confronto istituzionale

Tuttavia, dopo le polemiche che si erano create negli ultimi giorni attorno a questo emendamento, nella giornata di ieri, 28 Ottobre 2025, come riportato dall’Ansa, il Senatore di Forza Italia, Dario Damiani, uno dei firmatari della proposta, aveva annunciato l’intenzione di ritirare l’emendamento 9.0.113 che era stato presentato alla Commissione del Senato, con la seguente dichiarazione:

Continuiamo a leggere attacchi pretestuosi e strumentali a un nostro emendamento al ddl concorrenza che riguarda le tariffe telefoniche.

Non si può far finta di non vedere che oggi, in Italia, vige la legge della giungla, con prezzi che variano, unilateralmente, da un momento all’altro. Così, da tariffe inizialmente molto basse si arriva a pagare, nel giro di pochi mesi, cifre di molto superiori.

Noi siamo per la regolarità e la trasparenza a tutela dei consumatori. Per questo abbiamo proposto delle regole chiare.

A fronte delle polemiche che ne sono scaturite, abbiamo deciso di ritirare il nostro emendamento.

Ma chiediamo di aprire quanto prima un tavolo di confronto per individuare le modalità migliori per regolamentare il settore delle tariffe a tutela dei cittadini.

In seguito a questa dichiarazione, nella seduta pomeridiana della Commissione del Senato che si è tenuta dalle ore 17:00, il Senatore Damiani ha poi ufficialmente ritirato l’emendamento 9.0.113, comunicandolo al Presidente della Commissione.

Dopo il ritiro dell’emendamento, sono arrivate le dichiarazioni soddisfatte di alcune Associazioni di consumatori, come ad esempio Codacons e Unione Nazionale Consumatori (UNC), che nei giorni scorsi avevano criticato questa iniziativa.

Inoltre, nella giornata di oggi, 29 Ottobre 2025, l’operatore telefonico Iliad Italia ha rilasciato una dichiarazione in risposta alle parole del Senatore Damiani, accogliendo l’invito ad aprire un confronto istituzionale sulla tutela dei consumatori relativamente alle tariffe telefoniche. Ecco la nota rilasciata da Iliad Italia:

Iliad sostiene convintamente l’invito di Forza Italia ad aprire un confronto sulla trasparenza e sulla tutela dei consumatori nel settore delle telecomunicazioni, principi che l’operatore da sempre condivide e promuove.

In un settore caratterizzato da pratiche opache che minano la fiducia degli utenti, Iliad è convinta che il costante confronto tra i player di mercato e le istituzioni sia fondamentale per trovare le soluzioni volte a garantire al tempo stesso solidità agli operatori e vantaggi concreti ai cittadini.

Per questo, Iliad accoglie con favore le parole di Forza Italia e del Senatore Damiani e auspica che si proceda quanto prima all’apertura di un tavolo istituzionale, al fine di individuare le modalità più efficaci per costruire un settore più sostenibile e realmente orientato ai consumatori.

Dunque, dopo che negli anni scorsi alcuni operatori italiani avevano tentato di introdurre delle clausole per adeguare automaticamente i prezzi delle offerte telefoniche in base all’andamento dell’inflazionea cui poi gli stessi operatori hanno rinunciatosi è riacceso il dibattito sull’adeguamento delle tariffe telefoniche e sulla relativa sostenibilità del mercato.

Si ricorda comunque che, nel frattempo, con la delibera 307/23/CONS dell’AGCOM, pubblicata il 3 Gennaio 2024, ossia il nuovo regolamento che disciplina i contratti tra gli operatori di telefonia e i clienti finali, con cui sono state recepite le novità previste dal codice delle comunicazioni, è stata anche introdotta una regolamentazione sulla possibilità per gli operatori di adeguare i prezzi delle offerte in base all’andamento dell’inflazione.

Tuttavia, a seguito di un ricorso presentato da TIM, una sentenza del TAR del Lazio ha annullato i commi 2, 4 e 7 dell’Articolo 8-quater, relativo alle clausole inflazione, della delibera AGCOM 307/23/CONS del 3 Gennaio 2024, mentre ha confermato gli altri.

In ogni caso, come previsto della normativa vigente, gli operatori telefonici hanno sempre il diritto di effettuare delle modifiche unilaterali di contratto, dando almeno un mese di preavviso, anche se alcuni operatori si impegnano a non modificare le tariffe nei primi 12 mesi del contratto.

Decadono gli altri emendamenti sulla telefonia, DDL Concorrenza al voto senza modifiche

In merito agli altri emendamenti relativi alla telefonia proposti al Senato, come ad esempio quello relativo al database MNP, non erano stati forniti ulteriori aggiornamenti, per cui rimanevano ancora in gioco. In tutti i casi, però, gli emendamenti dovevano ancora essere votatati dalla Commissione del Senato, per decidere se respingerli o approvarli.

Tuttavia, il Presidente della nona Commissione del Senato, nella seduta pomeridiana di ieri, 28 Ottobre 2025, ha comunicato che, a fronte dell’impossibilità di proseguire l’esame del disegno di legge durante la sessione di bilancio, il Governo ha preannunciato, in Conferenza dei Capigruppo, l’intenzione di porre la questione di fiducia sul testo originario del DDL Concorrenza 2025 nella giornata di oggi, 29 Ottobre 2025.

In questo modo, nell’Aula del Senato verrà votato il testo originario del DDL Concorrenza 2025 (in cui non erano presenti questioni relative al mondo delle telecomunicazioni) senza alcuna modifica, per cui decadono tutti gli emendamenti presentati alla Commissione del Senato.

In ogni caso, dopo l’approvazione in Senato che dovrebbe avvenire in queste ore, il DDL Concorrenza 2025 continuerà il suo iter legislativo, che prevede poi il passaggio alla Camera dei Deputati, dove potrebbero essere presentate nuove modifiche. Dunque, prima di diventare legge, il DDL Concorrenza 2025 dovrà essere approvato sia dal Senato che dalla Camera.

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