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#ROMA5G: il TAR del Lazio accoglie il ricorso di Vodafone per l’accesso agli atti di gara

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Vodafone nei confronti di Roma Capitale, contro la decisione di quest’ultima di negare all’operatore rosso l’accesso agli atti della gara per la concessione delle attività di realizzazione del progetto #ROMA5G.

Presentato lo scorso 16 Marzo 2023, come già raccontato da MondoMobileWeb, il progetto #ROMA5G prevede la creazione di un partenariato pubblico privato dedicato alla realizzazione, gestione, conduzione e manutenzione di un’infrastruttura di rete 5G e WiFi in tutta la Capitale, con l’obiettivo di fornire servizi di connettività avanzata nei luoghi più frequentati della Città, al fine di aumentare la sicurezza pubblica e abilitare nuovi servizi intelligenti.

Ad aggiudicarsi la gara, ad Agosto 2023, è stato l’RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) costituito da IFM S.p.A.Unidata S.p.A., Cecchini S.r.l. e Boldyn Networks Italia S.p.A. (ex BAI Communications), che nei giorni scorsi ha annunciato di aver già firmato con il Comune di Roma il contratto di concessione per la realizzazione del progetto, dal valore di oltre 97 milioni di euro, dei quali 20 milioni di euro di provenienza pubblica.

Secondo la sentenza del TAR del Lazio (ecco il documento completo), pubblicata il 13 Dicembre 2023, Vodafone Italia, che non ha partecipato al bando, il 7 Agosto 2023 aveva richiesto l’ostensione di tutta la documentazione inerente l’aggiudicazione della procedura di gara relativa al progetto #ROMA5G, che Roma Capitale ha però rigettato il 7 Settembre 2023.

L’operatore di telecomunicazioni ha quindi fatto ricorso contro il diniego dell’istanza di accesso agli atti presentata all’Amministrazione Capitolina, che il TAR ha accolto con la suddetta sentenza, con la quale ha ordinato a Roma Capitale di consentire, entro 30 giorni, l’accesso a Vodafone agli atti di gara, tra cui la corrispondenza intercorsa tra l’Amministrazione e il soggetto aggiudicatario, i verbali delle sedute di gara e la documentazione tecnica ed economica presentata dal raggruppamento di imprese vincitore del bando.

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, in particolare, ha ritenuto che nonostante Vodafone non abbia partecipato alla gara sia comunque legittimata a visionare i documenti in questione, avendo impugnato l’intera procedura di gara ed essendo ancora possibile portare avanti la contestazione.

Il TAR, nella sua sentenza, ha inoltre affermato che, avendo partecipato alla gara un unico concorrente, ovvero l’RTI che comprende anche Boldyn Networks, non può escludersi che l’eventuale annullamento dell’aggiudicazione a questo unico concorrente possa portare l’Amministrazione Capitolina a dover annullare, in autotutela, l’intera procedura di gara.

Stando alla sentenza, in particolare, il Collegio ha ritenuto che Roma Capitale non possa negare a Vodafone l’accesso alla documentazione soltanto perché l’operatore telefonico non ha partecipato alla gara.

Questo, viene precisato nella sentenza, perché Vodafone ha impugnato l’intera procedura di gara, contestando la decisione di Roma Capitale di ricorrere allo strumento del cosiddetto project financing.

Oltretutto, ha sottolineato il TAR del Lazio, anche se Vodafone non ha partecipato alla procedura di gara, è anche vero che alla gara ha partecipato solo un unico concorrente.

Dunque, come accennato prima, l’eventuale annullamento del provvedimento di aggiudicazione della gara, per potenziali vizi eventualmente ricavabili dall’esame della documentazione oggetto di ostensione, potrebbe spingere l’Amministrazione a un annullamento in autotutela dell’intera procedura competitiva, per poi riproporla con modalità diverse.

Il che, a detta del TAR, conferma l’esistenza di un interesse concreto, diretto e attuale di Vodafone all’ostensione della documentazione di gara.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda), si legge nella sentenza, ha quindi accolto il ricorso di Vodafone e per effetto ha ordinato a Roma Capitale di procedere, entro il termine di 30 giorni decorrente dalla comunicazione della sentenza, all’esibizione della documentazione richiesta.

Si ricorda, sempre in merito al progetto #ROMA5G, che a Luglio 2023 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) aveva inviato una segnalazione a Roma Capitale, rilevando diverse criticità nel bando con cui il Città Capitolina aveva intenzione di affidare la realizzazione e la gestione dell’infrastruttura di rete 5G e di hotspot WiFi.

L’Antitrust, in particolare, aveva invitato il Comune di Roma ad attuare delle misure correttive, ritenendo opportuno svolgere delle osservazioni in merito alla proposta di partenariato presentata dall’Amministrazione, in quanto non teneva conto delle infrastrutture di rete mobile esistenti e dei progetti pubblici o privati previsti, intendendo creare una rete 5G ex novo. Tra le altre criticità, l’Autorità Antitrust aveva rilevato anche la mancata richiesta del possesso dei diritti d’uso delle frequenze ai partecipanti al bando e altri profili ritenuti poco trasparenti.

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