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Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid 19: statistiche sull’importanza della rete

Censis e WindTre hanno realizzato un rapporto chiamato “Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid-19” in cui si indaga l’importanza della rete per i cittadini.

L’istituto di ricerca socio-economica Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, e l’operatore WindTre hanno riscontrato che il 66,5% dei 46 milioni di italiani dotati di una connessione a internet si connette sia sul fisso che sul mobile, mentre il 14,1% solo dal mobile e il 12,1% solo dal fisso.

I numeri dimostrano secondo le parti “la centralità del web, una risorsa essenziale per dare continuità alle attività lavorative e professionali, allo studio e alle relazioni sociali anche durante la pandemia”.

Questo gli italiani sembrerebbero averlo capito, stando ai dati riportati secondo cui l’86,3% degli intervistati è convinto che l’accesso a internet debba essere garantito a tutti, mentre l’80,2% ritiene che i costi dovrebbero essere finanziati pubblicamente, anche solo in parte.

Le statistiche raccolte dal rapporto sono state presentate dal Segretario Generale del Censis e discusse anche da Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di WindTre e Mirella Liuzzi, membro della Commissione Trasporti alla Camera, tra gli altri.

WindTre Roberto Basso
Roberto Basso, Direttore Relazioni Esterne & Sostenibilità di Wind Tre

Sulla qualità della connessione, l’88,9% degli italiani che ne sono dotati hanno affermato che la loro connessione di rete fissa ha funzionato bene durante l’emergenza sanitaria. Tuttavia, solo il 41% ritiene che negli ultimi anni le tariffe si siano ridotte, mentre secondo il 44,7% la situazione sarebbe rimasta immutata.

Oltre al prezzo, che è chiaramente un fattore chiave, i clienti guardano per scegliere un operatore innanzitutto alla velocità di connessione (52,6%) poi all’affidabilità (47,6%) e all’assistenza rapida e raggiungibile (36,1%), mentre la presenza di servizi di sicurezza informatica (31,1%), la protezione dei minori (19,7%) e l’impegno esplicito per la tutela dell’ambiente (10,6%) rappresentano fattori leggermente meno determinanti. Nel complesso, comunque, per ottenere questo insieme di variabili il 44,3% degli italiani si dice pronto a pagare un sovrapprezzo commisurato.

Infine, il report Censis si è concentrato sulla vita quotidiana degli italiani, per analizzare le principali abitudini. In primo luogo, emerge, che il 91,5% degli intervistati resta in contatto online con familiari, amici o conoscenti, mentre il 78,9% usa internet anche per questioni legate alla salute. Il 75.9% si affida alla connessione per il pagamento di bollette, multe e tasse e il 74,1% per attività di intrattenimento come videogiochi o film, mentre esattamente la stessa quota si dedica agli acquisti online.

Degli occupati, l’86,9% utilizza internet per lavoro, mentre per gli studenti la quota è leggermente inferiore, pari all’83,6% per le attività didattiche.

Con riferimento alle nuove tecnologie, il 60,4% degli italiani è favorevole a rendere il 5G subito operativo ovunque (il dato sale al 77,3% tra i giovani) mentre il 14,4% si dichiara contrario, ritenendolo dannoso per la salute. Invece, 13 milioni di italiani vogliono potenziare la propria connessione di rete fissa e 3 milioni vogliono attivarla per la prima volta, probabilmente spinti dai mutamenti nel vivere quotidiano causati anche dalla pandemia.

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