Open FiberReti e Frequenze

Elisabetta Ripa di Open Fiber: “fine lavori nel 2023. Emergenza corso accelerato digitalizzazione”

Open Fiber potrebbe completare i lavori di cablaggio della Fibra FTTH nelle aree bianche di tutta Italia fra il 2022 e il 2023. È ciò che ha dichiarato Elisabetta Ripa, AD dell’operatore wholesale only, facendo anche il punto sul carico di traffico internet durante l’emergenza Coronavirus e delle diatribe in corso con TIM.

L’Amministratore Delegato di Open Fiber ha infatti rilasciato un’intervista all’edizione cartacea del quotidiano La Stampa di oggi, 7 Aprile 2020.

Partendo con l’attualità, ossia l’emergenza per il diffondersi del Coronavirus, Ripa ha reso note le percentuali di incremento registrate in questo periodo sulla rete wholesale di Open Fiber, che con la gente costretta a rimanere in casa ha visto aumentare il traffico internet (soprattutto nelle grandi città) del 40-70% in download e fino al 300% in upload.

Secondo l’AD Open Fiber questo è un chiaro indicatore del moltiplicarsi di videoconferenze, tra scuola e lavoro a distanza e giochi online”. Nonostante ciò, Ripa dichiara che l’infrastruttura “sta rispondendo bene”.

A questo proposito, vista la simultaneità delle connessioni di questo periodo, che solitamente mette in difficoltà qualsiasi tipo di rete, l’AD tiene a precisare che infrastrutture come quelle utilizzate da Open Fiber, ossia la Fibra fino a casa (FTTH), sia “posizionata meglio”.

Infatti, secondo Elisabetta Ripa, mentre altre reti sono “al limite”, quella di Open Fiber sarebbe “già dimensionata per incrementi di traffico significativi, ben al di sopra di quello attuale”.

A proposito dell’attuale emergenza e dell’importanza rappresentata dalle telecomunicazioni, Ripa afferma che questa situazione è “un corso accelerato di digitalizzazione che contribuirà a una maggiore adozione di servizi evoluti, dal lavoro alla scuola fino alla sanità”.

Fibra Elisabetta Ripa

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L’altro aspetto dell’emergenza è il rallentamento di molti cantieri per la posa della Fibra, che vengono definiti “inevitabili” per evitare le concentrazioni di operai e anche perché “la filiera in parte è bloccata”.

Nonostante ciò le attività proseguono, e Open Fiber sfrutta questo periodo per fare formazione, dando allo stesso tempo sostegno finanziario ai fornitori. L’operatore si sta organizzando quindi per la ripartenza, anche perché secondo il suo AD “l’emergenza dimostra come sia necessario sostituire con rapidità le reti in rame per dotare il Paese dell’infrastruttura idonea”.

A proposito del completamento della rete FTTH nazionale in carico a Open Fiber, Elisabetta Ripa ha dichiarato che verranno completate “tutte le regioni entro il 2022, a eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto, che saranno completate nel 2023”.

Attualmente, Open Fiber in due anni ha collegato 8,5 milioni di case, e l’AD ci tiene a ricordare che l’operatore ha “la terza rete in fibra in Europa dietro la spagnola Telefonica e la francese Orange” e che risulta essere “il primo operatore wholesale, all’ingrosso”.

Invece, dal punto di vista occupazionale Elisabetta Ripa ricorda che nel 2018 Open Fiber era partita con 5.000 lavoratori nell’indotto, mentre quest’anno la forza lavoro ha toccato picchi di 14.000 persone.

Open Fiber TIM

Dal punto di vista del cablaggio delle aree bianche, sulle quali secondo il Governo Open Fiber sarebbe in ritardo di due anni, l’AD risponde ricordando come i lavori siano iniziati solo nel 2018, con concessioni spesso bloccate per “lungaggini burocratiche e ricorsi di altri operatori, in particolare di TIM”.

Proprio sui ricorsi di TIM, viene ricordata l’autorizzazione data da AGCOM all’ex monopolista per attivare 5.000 cabinet stradali nelle stesse aree rurali in cui Open Fiber ha vinto la concessione. A questo proposito Elisabetta Ripa sostiene che “sono importanti gli investimenti di tutti” aggiungendo però che “se Telecom avesse investito prima non ci troveremmo in questa emergenza”.

L’AD ricorda poi come gli armadi siano gli stessi oggetto anche della multa dell’Antitrust per abuso di posizione dominante.

Proprio per via dell’esito dell’istruttoria dell’Antitrust, Ripa conferma che Open Fiber farà causa all’ex monopolista per danni poiché “il cda deve tutelare gli interessi della società”.

Infine, sui rapporti fra TIM e Open Fiber in merito alla creazione di una rete unica in Fibra, viene ricordato come ci siano “diverse teorie” su quale sia la migliore soluzione, fra cui la competizione per accelerare gli investimenti o la collaborazione e coinvestimenti per evitare duplicazioni.

Sull’ipotesi di una rete unica sotto il controllo di TIM, Elisabetta Ripa sostiene che “l’operatore verticalmente integrato non è il nostro modello di riferimento e non è compatibile con la regolamentazione e gli orientamenti normativi vigenti continuando quindi apparentemente a respingere l’ipotesi maggiormente auspicata soprattutto dalla stessa TIM.

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