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TIM, fatturazione a 28 giorni: perso il ricorso in Cassazione contro Movimento Consumatori

La Corte di Cassazione ha pubblicato la sentenza con cui ha respinto l’ennesimo ricorso di TIM, stavolta contro Movimento Consumatori, relativamente alla questione della fatturazione a 28 giorni. TIM, per l’Associazione, dovrà restituire ai propri clienti oltre 200 milioni di euro.

È quanto annunciato oggi, 16 Febbraio 2024, dallo stesso Movimento Consumatori, che ha reso noto come la Cassazione abbia quindi confermato le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Milano che, in linea con la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea depositata nel Giugno del 2023, avevano accertato l’illegittimità della fatturazione a 28 giorni.

La sentenza della Corte di Cassazione (ecco il documento completo), in particolare, è stata pubblicata ieri, 15 Febbraio 2024, mentre la decisione era già stata presa il 14 Dicembre 2023.

Di seguito, le parole di Alessandro Mostaccio, Segretario Generale di Movimento Consumatori, che ha dichiarato:

Nonostante sia sempre stato chiaro che la fatturazione a 28 giorni era fin dalla sua prima applicazione illegittima TIM ha vanamente cercato di difendere i propri introiti illeciti in tutti i gradi di giudizio.

La sentenza della Corte è importante, perché afferma che il consumatore medio non può coincidere con la figura dell’homo economicus avveduto, vigile, analitico.

In un mercato corretto, gli utenti dovrebbero potersi fidare della lealtà delle aziende con cui stipulano contratti di fornitura, senza doversi trasformare in provetti avvocati.

Queste pratiche commerciali scorrette minano profondamente la fiducia dei consumatori e per le aziende telefoniche sarà difficile recuperarla.

Queste, invece, le dichiarazioni di Paolo Fiorio e Corrado Pinna, i legali che hanno assistito Movimento Consumatori, che hanno spiegato:

Sulla base dei dati forniti da TIM nel corso del giudizio d’appello i consumatori danneggiati sarebbero 9.380.055, con un rimborso medio individuale di circa 28,9 euro. Il danno complessivo per i consumatori supera quindi i 250 milioni di euro.

Nonostante i provvedimenti dell’AGCOM che hanno imposto la restituzione dei giorni erosi, TIM ha solamente restituito poco meno di 19 milioni di euro, avendo così soddisfatto ad oggi non oltre l’8% dei consumatori danneggiati.

La sentenza della Corte di Cassazione va ben oltre le decisioni AGCOM, perché riguarda anche i clienti che abbiano esercitato il recesso indicati da TIM in 5.425.978, con un pregiudizio collettivo di oltre 160 milioni di euro.

Infatti il 58% dei consumatori coinvolti, subita l’applicazione della fatturazione a 28 giorni, non ha potuto beneficiare del meccanismo della restituzione dei giorni erosi, avendo esercitato il diritto di recesso.

Considerata la gravità del comportamento, la Corte di Cassazione ha confermato le sentenze del tribunale e della Corte d’Appello, che hanno condannato TIM a inviare ad ogni consumatore receduto una lettera raccomandata per informarlo del diritto al rimborso.

Come riportato dall’Associazione, la Corte di Cassazione ha dunque respinto il ricorso di TIM, ritenendo il divieto di fatturazione a 28 giorni non lesivo dei diritti e degli interessi degli operatori di telefonia, in quanto, ha sottolineato la Corte, non pregiudica la loro autonomia imprenditoriale.

Tramite le sue sentenze di primo e secondo grado, la Corte ha quindi imposto a TIM di restituire i maggiori corrispettivi per i servizi di telefonia fissa versati dai clienti in applicazione della fatturazione a 28 giorni.

Questo, specifica Movimento Consumatori, disponendo di diverse misure informative, con in particolare l’invio di una lettera raccomandata ai consumatori che hanno esercitato il diritto di recesso, per informarli del loro diritto alla restituzione di quanto pagato in eccesso.

Respingendo il ricorso di TIM, la Corte di Cassazione ha inoltre condannato l’operatore telefonico al pagamento delle spese processuali, liquidate in 7.200 euro, oltre ad ulteriori 200 euro per esborsi e il 15% di spese forfettarie e accessori legali.

Editing Mattia Castro

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