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TIM e indicizzazione dei prezzi all’inflazione: l’AD Labriola spiega come funzionerà

TIM, oltre ad aumentare i prezzi ad alcuni già clienti con delle modifiche unilaterali di contratto, si appresta ad introdurre per i nuovi clienti consumer, ma anche Enterprise, un meccanismo con cui i contratti avrebbero una clausola che prevede l’indicizzazione dei prezzi all’inflazione, quindi con possibilità di aumentarli in base alla pressione inflattiva.

Come già raccontato, l’operatore telefonico ha ufficializzato questa intenzione già nella serata di ieri, 9 Novembre 2022, con l’approvazione da parte del CDA e la pubblicazione dei risultati finanziari del Gruppo TIM del terzo trimestre del 2022, cioè fino al 30 Settembre 2022.

L’indicizzazione dei prezzi all’inflazione è un meccanismo che TIM sta già per adottare per il 2023 per il mercato wholesale di rete fissa, su cui è in corso la consultazione pubblica da parte di AGCOM.

Per quanto riguarda i clienti finali di TIM di rete fissa e rete mobile, sia consumer che Enterprise, nelle ultime ore TIM ha affermato che entro la fine del 2022 vuole introdurre nei nuovi contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione.

Per contrastare la pressione inflattiva, già da alcuni mesi per i già clienti consumer l’operatore sta procedendo all’aumento selettivo dei prezzi attraverso delle manovre di rimodulazione.

A questo proposito, parallelamente al nuovo meccanismo legato all’inflazione per i nuovi clienti, TIM ha affermato che anche nei prossimi trimestri proseguiranno le attività di aumento dei prezzi per la base clienti.

L’annuncio durante la call di TIM

Nella giornata di oggi, 10 Novembre 2022, nel corso della consueta Conference Call con cui il Gruppo TIM illustra ad investitori e analisti i risultati finanziari, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, Pietro Labriola, ha spiegato come dovrebbe funzionare questo meccanismo per legare all’inflazione i prezzi delle offerte di TIM.

Innanzitutto, in merito alla situazione attuale nel mercato consumer, Labriola ha affermato che il mercato si sta razionalizzando, aspetto già stimolato negli ultimi trimestri dall’operatore in quanto permette di mantenere i clienti ad alto ARPU.

Proprio per sostenere ulteriormente questa tendenza di “razionalità” del mercato, l’AD di TIM ha annunciato che sarà introdotta l’indicizzazione dei prezzi nei nuovi contratti a partire dalla fine di quest’anno.

In merito alle manovre di aumento dei prezzi adottate sui già clienti TIM consumer, secondo quanto indicato nelle slide della presentazione illustrata in queste ore dai dirigenti di TIM, negli ultimi mesi sono state rimodulate 2,8 milioni di linee fisse e 3,5 milioni di linee mobili.

Secondo Pietro Labriola, quello dell’aumento selettivo dei prezzi sui già clienti si sta rivelando una “pratica salutare” per l’azienda, in quanto c’è stato un basso tasso di abbandono (Churn) e a regime le rimodulazioni porteranno a TIM un tasso di incremento dei ricavi, combinando mobile e fisso, pari a circa 50 milioni di euro all’anno.

L’Amministratore Delegato del Gruppo TIM ha inoltre affermato che probabilmente nei prossimi mesi ci saranno ulteriori azioni di rimodulazione sui già clienti consumer per incrementare i prezzi.

Pietro Labriola inflazione indicizzazione prezzi

Il nuovo meccanismo per clienti TIM Consumer ed Enterprise

Fra i prossimi obiettivi della divisione TIM Consumer illustrati da Labriola c’è quindi anche l’introduzione entro la fine del 2022 di contratti legati all’inflazione per i nuovi clienti retail, considerato un altro elemento della strategia dell’operatore.

Nella slide viene specificato che gli effetti di questo meccanismo si avranno nel 2024. Inoltre è stata già controllata la fattibilità normativa e tecnologica, e sono stati individuati i target indirizzabili.

L’AD di TIM ci tiene a sottolineare che il trasferimento dell’inflazione ai clienti è una pratica comune a quasi tutti i settori, affermando: “non vediamo nessun motivo per cui dovremmo comportarci noi diversamente”.

A proposito di costi, Labriola fa anche una considerazione più generale sul settore telco in Italia, il quale ha la stessa IVA del settore del lusso, mentre non è così per i servizi di pubblica utilità, che sono trattati come beni primari. Il CEO di TIM fa l’esempio del Brasile (Labriola ha guidato la filiale brasiliana di TIM), dove questa situazione è cambiata di recente, per cui auspica gli stessi cambiamenti anche qui in Italia.

Come già accennato, anche per il segmento TIM Enterprise sarà previsto per i nuovi contratti offerte con prezzi legati all’inflazione entro la fine del 2022, attraverso la revisione dei prezzi delle offerte di acquisizione e politiche di offerta e l’aumento dei prezzi da rinegoziazione per il rinnovo del contratto.

L’aumento dei prezzi per l’inflazione non sarebbe immediato ma dopo almeno 12 mesi

Durante la sessione di domande e risposte, Pietro Labriola ha approfondito la questione dell’indicizzazione dei prezzi all’inflazione.

Labriola chiarisce innanzitutto che il meccanismo sarà applicato alla fine di quest’anno nei contratti dei nuovi clienti, con l’inclusione di un’apposita clausola per il recupero dell’inflazione, e ciò varrà sia per i contratti consumer che per i contratti Enterprise.

In merito al fatto che gli effetti del meccanismo di collegamento dei prezzi all’inflazione avrebbero effetto nel 2024, l’Amministratore delegato di TIM spiega che la clausola sull’indicizzazione dei prezzi all’inflazione non permetterà di cambiare da subito (o “il giorno dopo” come specificato dall’AD) i prezzi delle offerte, ma l’operatore dovrà attendere almeno un anno per poter aumentare i prezzi ai clienti in base all’andamento dell’inflazione.

TIM vuole lanciare questi nuovi contratti per i nuovi clienti entro la fine del 2022, in modo da avere come riferimento il valore dell’inflazione durante il 2022, altrimenti si avrebbe come riferimento quella del 2023 che dovrebbe ridursi.

Per quanto riguarda gli attuali già clienti, Labriola specifica invece che ci sarà per il segmento consumer un aumento dei prezzi tramite rimodulazione durante l’anno, anche in base alla durata del contratto, ricordando che effettuando una modifica contrattuale, ad esempio sul fisso, permette ai clienti di richiedere il recesso dal contratto.

Dato che nel segmento mobile solitamente non ci sono impegni contrattuali, vista la prevalenza di offerte ricaricabili, l’AD cita Andrea RossiniChief Consumer, Small & Medium Business Market Officer di TIM, il quale sta già lavorando in un aumento progressivo dei prezzi sui già clienti di rete mobile, basato su un approccio CVM (Customer Value Management).

Per quanto riguarda il fisso, Labriola ricorda che solitamente i clienti hanno un impegno di almeno 1 anno dalla sottoscrizione, e in caso di modifiche contrattuali da parte dell’operatore c’è la possibilità di recedere dal contratto.

Secondo quanto spiegato da Labriola, l’idea di TIM per i già clienti, in caso di sottoscrizione di nuove offerte o servizi a partire dalla fine del 2022, è quella di esplorare la possibilità di cambiare le condizioni contrattuali per inserire la nuova clausola sull’indicizzazione dei prezzi all’inflazione, senza però dare la possibilità di effettuare il recesso dal contratto.

Per quanto riguarda il segmento TIM Enterprise, anche in questo caso sui nuovi contratti (che solitamente hanno durata di 3 anni, 5 anni o 7 anni) ci sarà l’indicizzazione dei prezzi all’inflazione, vista la durata ritenuta una cosa “normale” per Labriola.

Invece, sulla customer base Enterprise, TIM adotterà due approcci diversi, uno per le Pubbliche Amministrazioni e uno per i privati.

Per le Pubbliche Amministrazioni TIM Enterprise cercherà di includere nelle nuove offerte la clausola sull’inflazione, mentre sui privati si cercherà di aumentare i servizi acquistati dai clienti invece che aumentare i prezzi.

TIM risultati

Labriola spinge per una razionalizzazione del mercato con prezzi più alti

A Pietro Labriola è stato poi domandato se anche gli altri operatori italiani hanno intenzione di introdurre contratti con meccanismi di indicizzazione all’inflazione.

A questo proposito, l’AD di TIM ha risposto che non può mettersi nei panni degli altri operatori, ma pensa che più o meno tutti seguiranno questa strategia, in quanto la pressione inflattiva è comune a tutti. Secondo Labriola è infatti “difficile continuare a competere sul mercato” senza indicizzare i prezzi all’inflazione.

Pietro Labriola afferma inoltre che la mossa, nel mercato wholesale di rete fissa, di inserire l’indicizzazione dei prezzi all’inflazione, potrà essere una ulteriore pressione sugli altri operatori retail di aumentare i prezzi ai clienti finali.

In ogni caso, Labriola fa notare che negli ultimi mesi tutti gli operatori hanno aumento i prezzi per quanto riguarda le nuove offerte., specificando che le società telco “non sono enti di beneficienza” per cui è necessario da parte degli operatori mantenere l’atteggiamento di “razionalità”.

L’Amministratore Delegato di TIM non garantisce che tutto continuerà così, ma afferma che ci sono “segni chiari di razionalizzazione”.

Infine, Labriola tiene a precisare TIM non sta agendo soltanto sull’inflazione, ma anche sulla razionalizzazione del mercato.

Nello specifico, l’AD sottolinea che adesso i prezzi delle offerte di rete fissa TIM proposti ai nuovi clienti sono aumentati arrivando a 29,90 euro al mese per la Fibra FTTH, mentre in precedenza erano più bassi.

Inoltre, l’operatore attualmente non pubblicizza l’offerta a questo prezzo, ma soltanto quella in tecnologia XGS-PON con velocità fino a 10 Gbps (TIM Wi-Fi Power All Inclusive), sfruttando la posizione di “leader del mercato” per incanalare il mercato nell’aumentare il livello dei prezzi.

In ogni caso, anche con il recente aumento dei prezzi, Labriola ricorda che l’Italia continua ad essere sempre uno dei paesi con i prezzi più bassi, sia per telefonia fissa che mobile.

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