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Legge di Bilancio 2018: tra gli obiettivi programmatici anche la pianificazione della transizione al 5G

Era il 14 settembre 2016 quando il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione richiamò l’attenzione sul 5G come strumento per realizzare gli obiettivi di innovazione digitale che si prefigge il piano Europa 2020. La rete di quinta generazione rappresentava concretamente in quel discorso il terzo obiettivo strategico della visione della Commissione per il 2025:

Tutte le aree urbane e le principali strade e ferrovie dovrebbero avere una continuità di copertura delle reti 5G, la quinta generazione dei sistemi di comunicazione senza fili. Come un obiettivo intermedio, entro il 2020 il 5G dovrebbe essere in commercio almeno in una grande città di ogni Stato membro dell’UE.

Il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker

Da quella relazione sarebbero stati originati il piano WiFi4EU, che incentiverà lo sviluppo del WiFi accessibile a tutti in molte città d’Europa, nonché un piano d’azione per lo sviluppo del 5G a partire dal 2018 e che avrebbe consistito nel supportare gli Stati membri nell’individuare e assegnare le bande di spettro per il 5G e valutare la possibilità di fornire capitali di rischio alle startups che avrebbero applicato il 5G per lo sviluppo in qualsiasi settore di servizi innovativi.

Il testo della legge del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e del bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020, in coerenza con gli obiettivi che gli organi europei si sono prefissati per lo sviluppo congiunto degli Stati della nuova tecnologia ha stabilito i parametri legislativi per efficientare l’uso dello spettro e per favorire la transizione alla rete 5G. La Legge ha affidato all’Agcom il compito di definire entro il 30 aprile 2018 le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica in larga banda mobili terrestri bidirezionali. Lo sviluppo della nuova tecnologia sarà possibile sia utilizzando le bande pioniere bande di spettro 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz e sia ridestinando le frequenze in banda 694-790 MHz, attualmente destinata principalmente alle trasmissioni televisive in ambito nazionale e locale, per i servizi di comunicazione elettronica a banda larga senza fili, tenendo conto e facendo salve le assegnazioni temporanee delle frequenze in banda 3,7-3,8 GHz ai fini dell’attività di sperimentazione basata sulla tecnologia 5G promossa dal Ministero dello sviluppo economico (di cui MondoMobileWeb ha fatto il punto della situazione), nonché le assegnazioni per il servizio satellitare fisso e per il servizio di esplorazione della Terra via satellite.

L’obiettivo che si vuole dare con il documento programmatico finanziario del 2018 è quello di una quanto più ampia copertura dello spettro e dell’accesso ai servizi della tecnologia in rete 5G, tenendo conto della durata dei diritti concessi dal Ministero dello Sviluppo Economico entro il 30 settembre 2018, attraverso il Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNFR),  sulla scorta dell’avvenuta definizione da parte dell’Agcom. Eventuali liberazioni dello spettro delle frequenze in questione deve essere effettuato dal Ministero entro il 1 dicembre 2018, assicurando agli operatori titolari dei diritti d’uso entro il 30 settembre porzioni di spettro. Entro il 31 maggio intanto l’Agcom dovrà anche adottare il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre (PNAF 2018), individuando gli standards più avanzati per consentire un uso più efficace dello spettro, tenendo conto della pianificazione in ambito locale attraverso i criteri delle aree tecniche.

La disponibilità delle frequenze in banda 694-790 MHz avrà luogo a partire dal 1° luglio 2022 e i proventi derivanti dall’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze non dovrà essere inferiore ai 2500 milioni.

Entro il 30 giugno 2018 il MISE dovrà stabile con un decreto un calendario nazionale che individuerà scadenze e tabella di marcia per la gestione efficace dello spettro e la transizione dell’industria verso la tecnologia 5G tenendo conto di vari criteri (individuazione delle aree geografiche in cui suddividere il territorio nazionale per il rilascio delle frequenze, rilascio delle frequenze utilizzate, ecc).

Il Ministero avrà a disposizione 572 mila euro annui per favorire lo sviluppo della tecnologia 5G attraverso la realizzazione di sperimentazioni e di laboratori specifici, in linea con il piano d’azione per il 5G della Commissione Europea. Tale somma potrà essere ricavata dalla sottrazione del capitolo di spesa destinato alla messa a disposizione del Vaticano della capacità trasmissiva su un multiplex televisivo secondo quanto previsto da un accordo nel 2010. Per realizzare gli obiettivi della rete 5G il MISE potrà avvalersi anche della Fondazione Bordoni, soggetta a vigilanza del Ministero e impregnata nello sviluppo del settore delle comunicazioni. Essa coadiuva anche nella soluzione di alcune problematiche di carattere tecnico, economico, finanziario e gestionale, il MISE e altre pubbliche amministrazioni e svolge attività di ricerca e approfondimento su questioni di carattere tecnico, economico e regolatorio.

Fondazione Bordoni

Secondo la legge, dal 1 Gennaio 2019, gli apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora venduti ai venditori al dettaglio dovranno contenere un’interfaccia che consenta di ricevere i servizi della radio digitale. Tali apparecchiature dovranno poi garantire queste caratteristiche anche per la vendita al consumatore dal 1 Gennaio 2020.

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