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Iliad Italia contro CLI Spoofing: esposto per colpire filiera delle truffe telefoniche

Iliad Italia ha annunciato di aver presentato un esposto in Procura contro le truffe telefoniche effettuate con la tecnica del CLI Spoofing, con l’intenzione di colpire quei call center che, tramite informazioni false per ingannare i consumatori di telefonia, acquisiscono dati di contatto da rivendere a terzi, per proporre un nuovo contratto alla vittima.

Come già raccontato da MondoMobileWeb, già lo scorso 24 Dicembre 2024, attraverso un post sul suo profilo LinkedIn, l’Amministratore Delegato di Iliad Italia, Benedetto Levi, aveva denunciato i sempre più frequenti tentativi di truffa, che coinvolgono inconsapevolmente Iliad così come altri operatori, effettuati tramite l’uso del CLI Spoofing, una pratica che consente di mascherare l’identificativo del numero telefonico (il cosiddetto CLI, Calling Line Identity).

In quell’occasione, Levi raccontava un tentativo di truffa tramite Spoofing subito da una dipendente Iliad, che aveva filmato il tutto.

Sostanzialmente, tramite questo meccanismo di CLI Spoofing, i truffatori effettuano una chiamata facendo visualizzare alla vittima un numero di cellulare “credibile”, quando in realtà si tratta di un numero inesistente (mentre la chiamata realmente parte da un centralino, italiano o estero), con una voce registrata che prospetta presunte rimodulazioni tariffarie, invitando la persona chiamata a digitare un numero in base all’operatore di cui è cliente.

In seguito, la telefonata passa a un operatore di call center umano (che finge di essere dipendente dell’operatore telefonico selezionato), che impiega una narrazione allarmistica, prospettando falsi disservizi o rincari imminenti da parte dell’operatore dell’utente chiamato, per indurre il consumatore a cambiare operatore. Si tratta di una agenzia di “lead generation”, che acquisisce dati di contatto di un potenziale cliente (in questo caso in maniera truffaldina, sulla base di informazioni false) che vengono rivenduti a terzi.

Infine, grazie ai dati acquisiti in maniera ingannevole, il consumatore viene contattato da un altro call center che, stavolta in modo formalmente regolare, sottopone un’offerta e attiva il contratto per conto di un operatore telefonico terzo.

L’esposto presentato da Iliad dopo nuovo tentativo di truffa a un dipendente

Più di recente, come riportato da un articolo pubblicato ieri, 4 Giugno 2025, sul sito del Corriere della Sera, Iliad Italia ha annunciato di aver presentato un esposto contro il fenomeno del CLI Spoofing, in seguito ad un nuovo tentativo di truffa subito nei mesi scorsi da un altro dipendente Iliad.

Infatti, lo scorso 17 Marzo 2025, Iliad Italia ha presentato, congiuntamente con due dipendenti, colpiti direttamente da tentativi di truffa tramite spoofing, un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milanoallegando alla documentazione anche il video con cui il dipendente Iliad ha filmato il tentativo di truffa.

Inoltre, l’operatore italiano del Gruppo Iliad ha segnalato il caso all’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).

Il filmato del nuovo tentativo di truffa effettuato ai danni di un dipendente Iliad Italia è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera.

Analogamente a quanto successo nel precedente caso denunciato dall’AD Levi, nel filmato si vede il dipendente Iliad che, contattato telefonicamente da un numero fittizio tramite CLI Spoofing, ascolta un messaggio vocale automatizzato che, prospettando una presunta rimodulazione tariffaria, chiede di indicare, tramite il tastierino telefonico, l’operatore di cui è cliente.

Il meccanismo della truffa è “a tappeto”, in quanto vengono citati tutti i principali operatori telefonici italiani, fra cui anche Iliad.

In questo caso, dato che il destinatario della telefonata è cliente Iliad (oltre ad essere un dipendente), effettua la selezione corrispondente e viene trasferito a un operatore di call center umano.

L’interlocutore, spacciandosi per dipendente Iliad, annuncia un imminente “disservizio sulla linea” fissa, per via di presunti lavori di migrazione alla Fibra, e quindi una conseguente “rimodulazione tariffaria” che comporterebbe un aumento del costo mensile.

In questo modo, per evitare di subire disservizi o rimodulazioni, la persona chiamata viene indotta a migrare quanto prima verso un nuovo contratto di rete fissa, che viene proposto poco dopo da un altro operatore di call center che, richiamando l’utente, si presenta per conto di un soggetto terzo.

Il commento dell’AD Levi e il tentativo di colpire la filiera delle truffe con l’esposto

In merito a questa situazione, nella giornata di ieri, 4 Giugno 2025, l’AD di Iliad Italia, Benedetto Levi, ha pubblicato un nuovo post su LinkedIn, con cui spiega le motivazioni che hanno spinto l’operatore a presentare un esposto contro le truffe tramite Spoofing:

Creare un mercato telefonico trasparente: questa è la missione di iliad.

Già a dicembre avevo pubblicato un video di telemarketing “selvaggio”, di una chiamata realizzata tramite il CLI Spoofing. Ma lo spoofing è un mezzo, non è il problema. Il problema sono quei call center truffaldini che, usando pratiche scorrette, dichiarano informazioni false e raggirano gli utenti.

E così, può capitare ad un nostro collega di sentirsi chiamare “dall’ufficio amministrativo iliad” – ma se ti chiama non è iliad – per sentirsi dire che “i prezzi aumenteranno a causa di una migrazione alla fibra”.

Se i prezzi aumentano, non siamo noi. Migrazione alla fibra? iliad offre solo fibra, non c’è nulla da migrare.

Questo non è telemarketing, è una truffa. Per questo, come iliad abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. È il momento che tutta la filiera si coalizzi: insieme possiamo fermare queste pratiche scorrette.

Grazie a Corriere della Sera per aver dedicato spazio al tema.

L’AD Levi, nel caso dei tentativi di truffa tramite Spoofing che citano Iliad, ricorda che l’operatore non applica rimodulazioni: infatti, dal suo debutto avvenuto il 29 Maggio 2018finora Iliad Italia non ha mai effettuato modifiche unilaterali ai propri clienti, come promesso anche nelle sue condizioni contrattuali.

Inoltre, per quanto riguarda la Fibra, Benedetto Levi ricorda che non c’è nulla da migrare per i clienti di rete fissa Iliad, in quanto l’operatore con Iliadbox ha deciso di vendere solo Fibra FTTH, garantendo quindi ai clienti una connessione al 100% in fibra ottica.

Come sottolinea anche l’AD Benedetto Levi, secondo Iliad il problema non è solo la tecnica del CLI Spoofing, ma anche la “filiera criminale” di aziende che monetizzano dati di contatto (lead) ottenuti con informazioni false, raggirando gli utenti.

Per questo motivo, attraverso il suo esposto in Procura, Iliad chiede di colpire proprio coloro che acquisiscono contatti usando delle menzogne, che a detta dell’operatore ledono l’immagine delle aziende menzionate e conseguentemente sia la trasparenza che la fiducia nel mercato. Iliad sottolinea come frodi di questo tipo sono ormai di massa.

Se agli investigatori spetta perseguire i responsabili, Iliad afferma che nel frattempo le aziende coinvolte nella catena commerciale non possono disinteressarsene: secondo l’operatore infatti, accettare “lead” con queste modalità truffaldine alimenta il fenomeno e danneggia sia i consumatori sia la correttezza e la trasparenza del mercato.

Si ricorda comunque che, negli ultimi mesi, le Autorità italiane hanno adottato dei provvedimenti per cercare di arginare il fenomeno delle truffe telefoniche tramite CLI Spoofing.

A questo proposito, come già raccontato da MondoMobileWeb, il 19 Maggio 2025, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha pubblicato la delibera 106/25/CONS, con cui lo scorso 30 Aprile 2025 ha approvato il Regolamento recante disposizioni a tutela degli utenti finali in materia di trasparenza nell’offerta dei servizi di comunicazioni elettroniche e nella presentazione del numero chiamante (CLI).

In questo Regolamento sono presenti una serie di misure tecniche volte a contrastare sia il fenomeno del telemarketing e teleselling aggressivo, attraverso l’utilizzo di un numero inesistente e non registrato, per impedirne l’identificazione, sia le frodi perpetrate utilizzando un numero telefonico modificato (CLI Spoofing).

Nello specifico, è previsto il blocco delle chiamate provenienti dall’estero verso l’Italia che espongano un identificativo del chiamante corrispondente, in modo illegittimo, a un numero italiano.

La Delibera, in particolare, prevede l’obbligo, da parte degli operatori nazionali che ricevono chiamate consegnate da operatori esteri, di bloccare e non terminare in Italia le chiamate con numero fisso italiano e quelle con numero mobile italiano, a meno che l’utente non sia effettivamente in Roaming all’estero.

Tale blocco, come spiegato dall’Autorità, sarà attuato in due fasi. La prima, dopo tre mesi dalla pubblicazione della Delibera, riguarderà solamente le numerazioni fisse. Dopo sei mesi, invece, le nuove misure dell’AGCOM saranno applicate anche alle chiamate con numero di rete mobile.

Lo scorso 23 Maggio 2025, l’Autorità Antitrust ha invece annunciato di aver avviato sette procedimenti istruttori nei confronti di altrettante società operanti nel settore del telemarketing, sospettate di pratiche commerciali scorrette per la promozione di contratti nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni.

Secondo quanto emerso, anche grazie all’utilizzo del CLI Spoofing, i call center in questione avrebbero contattato i consumatori proponendo l’attivazione di contratti di energia e di telefonia, fornendo informazioni ingannevoli circa l’identità del chiamante, la natura della chiamata e la convenienza delle offerte proposte.

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