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TIM, vendita NetCo: le reazioni dei Sindacati TLC dopo l’incontro con il Governo

Martedì 6 Febbraio 2024 si è svolto l’incontro tra il Governo e le Segreterie Nazionali dei principali Sindacati del settore TLC, che hanno avuto l’opportunità di esprimere le loro preoccupazioni e richieste riguardo alla situazione dei lavoratori di TIM con la cessione della NetCo, la società che gestirà l’infrastruttura di rete fissa posseduta in maggioranza dal fondo statunitense KKR, oltre che con la conseguente creazione della cosiddetta ServiceCo, la società di servizi di telefonia mobile che rimarrà in mano di TIM.

Come già raccontato da MondoMobileWeb, la richiesta dell’incontro è stata formulata con una lettera inviata, in particolare, da parte delle Organizzazioni Sindacali FISTEL CISL, SLC CGIL e Uilcom UIL, lo scorso 25 Gennaio 2024.

L’incontro, si è svolto dunque alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso, e della Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, oltre che del Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio, Gaetano Caputi.

In quella sede, i Sindacati, rappresentando gli interessi dei lavoratori, hanno dunque manifestato la propria preoccupazione riguardo al futuro occupazionale e industriale del settore.

La FISTEL CISL, in particolare, come reso noto in un comunicato diramato il 7 Febbraio 2024, ha ribadito ancora una volta la sua contrarietà al progetto di separazione della rete dai servizi di TIM, sostenendo l’importanza di un’azienda verticalmente integrata per affrontare meglio i processi di consolidamento europei e promuovere l’innovazione e la digitalizzazione a livello nazionale.

Tuttavia, di fronte alla realtà dell’operazione ormai in corso, il Sindacato ha fatto sapere di starsi impegnando nel concentrarsi sulle garanzie occupazionali e a favorire il dialogo costruttivo, per garantire la stabilità lavorativa e lo sviluppo industriale del Paese.

FISTEL CISL, nello specifico, ha chiesto al Governo un tavolo permanente fino alla conclusione del processo di separazione di TIM. L’Organizzazione Sindacale, inoltre, ha anche chiesto di utilizzare i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) attraverso accordi territoriali per la riprofessionalizzazione dei lavoratori nei servizi di CRM/BPO (Customer Relationship Management/Business Process Outsourcing) in crisi.

Il Sindacato, poi, ha sottolineato alla Ministra del Lavoro il bisogno, tanto di TIM quanto dell’intero settore delle telecomunicazioni, del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, in particolare del CDE e del Fondo di Solidarietà Bilaterale, al fine di avviare i processi di accompagnamento alla pensione, di formazione e sostegno al reddito.

Al Ministro Urso, FISTEL CISL ha invece chiesto quali garanzie sono previste per l’occupazione nei patti parasociali con KKR, nonché quali strumenti il Governo intende adottare in caso di mancato rispetto degli impegni sottoscritti ed evitare l’offshoring delle attività di CRM/BPO.

Le preoccupazioni riguardo alle garanzie occupazionali sono state condivise anche da SLC CGIL, che in una nota stampa pubblicata sempre il 7 Febbraio 2024, ha evidenziato la mancanza di sicurezza per i lavoratori della SerCo (o ServiceCo) e ha sollecitato maggiori dettagli sui piani industriali delle nuove società.

Di seguito, le parole di Riccardo Saccone, Segretario Nazionale SLC CGIL, che ha dichiarato:

Registriamo con favore la disponibilità a individuare soluzioni idonee a sostenere l’avvio del Fondo Bilaterale di Solidarietà delle TLC, insieme a una revisione del sistema di ammortizzatori sociali e delle politiche attive.

Ma la sostenibilità della scissione del Gruppo TIM si chiarirà solo quando vedremo i piani industriali di entrambe le società, di cui dovrà farsi garante il Governo, finanziando gli strumenti necessari per TIM, come per tutto il settore.

A fine mese, infatti, si esaurirà la base esodabile della SerCo e ci aspettiamo che il tavolo tecnico, riconvocato tra dieci giorni, e ancor più quello politico che si aggiornerà con gli stessi Ministri Urso e Calderone a fine mese, forniscano soluzioni definitive sull’occupazione.

Fabrizio Solari, Segretario Generale di SLC CGIL, evidenziando la preoccupazione del Sindacato per i posti di lavoro dei 16mila dipendenti che rimarranno in TIM (20mila transiteranno invece nella nuova NetCo), ha ribadito la contrarietà di SLC CGIL nei confronti dell’operazione, sostenendo la valorizzazione degli asset attraverso la creazione di un “campione nazionale verticalmente integrato”, con una forte partecipazione pubblica a garanzia degli investimenti e della tutela dei posti di lavoro.

Anche Uilcom UIL, sempre nella stessa data del 7 Febbraio 2024, ha espresso preoccupazione sul futuro occupazionale e industriale delle società NetCo e SerCo. Il Sindacato, in particolare, ha sottolineato l’importanza di garantire la stabilità lavorativa e la protezione degli investimenti nel settore delle TLC.

L’Organizzazione Sindacale ha inoltre manifestato la propria delusione relativamente all’impegno finanziario preso dal Governo nei confronti della NetCo, che avrebbe un orizzonte temporale di soli cinque anni.

Di seguito, il resto del comunicato di Uilcom UIL, diramato, come già detto, il 7 Febbraio 2024 in seguito all’incontro avvenuto con il Governo:

[…]

Come Uilcom UIL, in considerazione del tanto, troppo tempo, trascorso senza aver mai avuto la possibilità di un confronto nel merito della questione, ci saremmo aspettati risposte concrete e maggiori ragguagli sull’intera operazione.

Purtroppo, su questo aspetto, dobbiamo ritenere insoddisfacente l’incontro avuto.

La nostra priorità era, e resta, quella di conoscere i piani industriali a medio termine delle due aziende, ed avere le dovute rassicurazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali ed i relativi perimetri, delle nuove società.

Davanti ad un progetto di questo genere, che ribadiamo essere un unicum a livello europeo, il Governo deve prendersi le proprie responsabilità e garantire questi due aspetti, per noi imprescindibili!

Riconosciamo sicuramente positiva la disponibilità a mantenere il tavolo di confronto Governo – Sindacato aperto, anche in considerazione degli eventi di contesto che si stanno profilando nel breve termine e che di fatto potrebbero interessare direttamente il futuro del Gruppo TIM.

Ma non possiamo ritenere che questa enorme operazione finanziaria possa avere come soluzione alle tante preoccupazioni esposte, la disponibilità a ragionare sul rifinanziamento del contratto di espansione ed un eventuale supporto al neonato fondo di settore, due importanti e fondamentali strumenti per un settore che vive una crisi profonda, ma su cui non possiamo pensare di costruire il futuro industriale di NetCo e ServCo.

Come non possiamo pensare che lo stesso progetto di scorporo scarichi sull’intera filiera delle TLC i suoi effetti, a cominciare da quanto si sta delineando nel comparto dei Customer Care, stretti tra la riduzione costante dei costi dei grandi player, ed una innovazione tecnologica pervasiva, con la conseguenza di vedere ancora oggi volumi di attività gestite fuori dal territorio nazionale.

Confermiamo quindi la volontà della Uilcom UIL nel voler continuare il percorso di confronto, ma ribadendo al contempo che qualsiasi ragionamento debba necessariamente avere quale sede deputata quella istituzionale, nella quale sarà lo stesso Governo a doversi fare carico delle richieste di questo Sindacato. Proprio a fine febbraio, infatti, scadrà l’ammortizzatore sociale in TIM.

Appare quindi necessario ed evidente che il confronto dovrà passare sul tavolo governativo, dove ognuna delle parti si assumerà, se le condizioni lo permetteranno, le proprie responsabilità.

Come Uilcom UIL, anche dopo questo incontro, soprattutto davanti alle poche e generiche risposte, non possiamo che rimanere, come sempre sostenuto, nettamente contrari all’operazione di smembramento del Gruppo TIM, un progetto che presenta ancora troppe incognite.

Basti pensare che, mentre in Europa e nel resto del mondo i grandi gruppi di telecomunicazioni attuano manovre di consolidamento, come avviene d’altronde anche in Italia con le altre Telco che stanno anch’esse ragionando in questa direzione, il Governo decide di fare una cosa unica nel suo genere per dare in mano a Fondi di investimento stranieri la gestione della Rete nazionale.

Per quanto sopra, rimaniamo quindi in attesa del prossimo incontro previsto entro la fine del mese di Febbraio, nella speranza possano finalmente arrivare le risposte alle nostre domande, che rimangono quindi tutte sul tavolo!

D’altra parte, UGL Telecomunicazioni ha accolto positivamente l’avvio di tavoli di confronto tra il Governo e le Organizzazioni Sindacali di categoria, per affrontare le criticità del settore e promuovere soluzioni sostenibili per il futuro dell’occupazione.

In particolare, Stefano Conti, Segretario Nazionale di UGL Telecomunicazioni, il 7 Febbraio 2024, ha dichiarato:

Abbiamo ribadito le nostre osservazioni per la garanzia piena della tutela occupazionale, potendo continuare ad utilizzare misure di uscita dal mondo del lavoro non traumatiche, riconversioni professionali per la digitalizzazione delle competenze ed un generale riassetto del settore, con particolare attenzione a monitorare il fenomeno delle continue delocalizzazione all’estero delle attività di call center.

Il Ministro Urso ha dichiarato che si sta lavorando per risolvere il problema occupazionale dei call center in Calabria e Sicilia per mezzo di nuove attività di digitalizzazioni della Pubblica Amministrazione, mentre il Ministro Calderone ha confermato che sono allo studio provvedimenti specifici per finanziare la formazione ed il Fondo di Settore Bilaterale delle TLC.

Le richieste sindacali di avviare in tempi rapidi dei tavoli di confronto, sono state accolte dal Governo che ha dato la disponibilità a convocare le OO.SS. per definire la gestione degli strumenti di crisi del comparto TLC ed un riassetto degli ammortizzatori sociali utilizzabili.

Come fatto sapere da FISTEL CISL, il Governo ha confermato la disponibilità a un tavolo permanente, con la Ministra Calderone che ha chiesto di riaggiornare il tavolo entro una decina di giorni e con il Capo di Gabinetto del Ministro Urso che ha ottenuto di scindere il tavolo in due, uno sulle questioni di settore TIM e l’altro sugli ammortizzatori sociali.

Il Ministro Urso, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Sindacale, ha sottolineato che soluzioni alternative alla separazione di TIM ce ne sarebbero potute essere in passato, ma nell’attuale situazione di crisi del settore, questa rappresenta l’unica soluzione possibile per ragioni di sostenibilità aziendale.

Al tavolo, inoltre, sono stati confermati i numeri già dichiarati dall’AD di TIM, Pietro Labriola, con 20.000 lavoratori che passeranno in NetCo e 16.000 in ServiceCo.

Il Governo, in ogni caso, ha ribadito che manterrà i poteri speciali sulla NetCo in forza della Golden Power, ritenendo l’infrastruttura strategica per il Paese. Il Capo di Gabinetto della Presidente Meloni, Gaetano Caputi, ha tuttavia sottolineato che sulla ServiceCo non esiste il vincolo della Golden Power, poiché comporterebbe una distorsione del mercato con l’opposizione tanto di altri operatori quanto dell’Unione Europea.

La Ministra del Lavoro, come reso noto da FISTEL CISL, ha dichiarato che intende affrontare la vicenda TIM con interventi compatibili con le norme europee in merito agli aiuti di Stato, lavorando sul rifinanziamento del CDE e valutando un possibile finanziamento del Fondo di Solidarietà Bilaterale.

Per quanto concerne i CRM/BPO, la Ministra ha evidenziato che chi porterà il lavoro all’estero non potrà beneficiare di incentivi o strumenti di sostegno.

Editing Mattia Castro

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