Abbassamento delle tariffe di terminazione: fatturati a rischio per i grandi operatori mobili
Negli ultimi tempi gli operatori mobili hanno dovuto affrontare problematiche varie, dalle promozioni a prezzi concorrenziali volti all’acquisizione di nuovi clienti provenienti dalla concorrenza, fino all’asta per il 5G tenutasi di recente, problemi a cui se ne aggiunge uno nuovo che potrebbe comportare un abbassamento dei fatturati di tutti gli operatori e dello stesso mercato, ovvero la decisione riguardante le tariffe di terminazione per il periodo 2018-2021.
L’argomento in questione riguarda il costo che ogni operatore deve pagare ad un altro per far terminare le telefonate sulla relativa rete. Questo costo ha sempre avuto un valore significativo che ad oggi ha raggiunto all’incirca gli ottocentocinquanta milioni.
L’abbassamento di queste tariffe quindi inciderebbe senza dubbi sul fatturato complessivo, almeno per quanto riguarda i grandi operatori telefonici; al contrario gli operatori minori beneficerebbero di tale cambiamento dal momento che se per gli operatori più grossi si tratta di dover pagare un “dazio”, ma allo stesso tempo di riceverlo, gli operatori minori le tariffe rappresentano, per la maggior fetta, solo un pagamento, viste le quantità minori di clienti.
Stando a quanto affermato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, nel periodo 2014-2017 il valore di terminazione per l’intero periodo è stato pari a 0,98 centesimi di euro, ma è stato previsto dall’Agcom un abbassamento per il 2018-2021 andando dai 0,98 centesimi di euro del 2018, ai 0,95 centesimi di euro nel 2019; passando dai 0,92 centesimi di euro nel 2020 per arrivare ai 0,89 centesimi di euro presumibilmente nel 2021.
A seguito però di un incontro della Dg Connect emerge la necessità di abbassare ulteriormente le tariffe già previste da Agcom, per evitare che, agli occhi di Bruxelles, costi troppo alti siano un ostacolo alla concorrenza.
L’Agcom non ha ancora detto l’ultima parola in merito, ma giorno 18 Settembre 2018 ha presentato un nuovo documento con tariffe ulteriormente ribassate, all’incirca del 30% (arrivando quindi a circa 0,70 centesimi di euro) che ha fatto nascere preoccupazione tra i grossi operatori mobili.
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