È notizia del 10 Settembre 2018 che il Garante per la protezione dei dati personali abbia deciso di sanzionare Fastweb per aver condotto campagne di telemarketing definito “aggressivo”. La compagnia telefonica, infatti, è accusata di aver portato avanti attività di marketing in contrasto con l’opportuna normativa specificata dal Regolamento europeo.
Il piano d’ispezioni approvato dal Garante della Privacy si pone come obiettivo esattamente quello di analizzare e verificare la correttezza di procedimenti e strategie seguiti da aziende e pubbliche amministrazioni nell’acquisizione e gestione dei dati personali.
La Guardia di Finanza ha continuato il suo lavoro d’ispezione pure dopo la prima ammonizione presentata dal Garante a Fastweb. L’Autorità, anche grazie a ispezioni in loco, ha quindi constatato come in effetti la società non abbia effettuato modifiche sul proprio modo di procedere. Secondo quanto riportato dal comunicato stampa del Garante, dalle indagini è emerso inoltre lo scarso controllo esercitato da Fastweb sulle pratiche adottate dalla sua rete di vendita.
Con ciò si fa particolare riferimento ai call center, i quali infatti hanno continuato a contattare i loro clienti o i possibili futuri clienti senza che questi ultimi avessero precedentemente espresso il loro consenso al trattamento dei dati personali per finalità di marketing. In taluni casi, anche chi invece aveva già manifestato disinteresse a ricevere proposte commerciali è stato più volte contattato dagli operatori.
Alla compagnia viene anche contestato di aver portato avanti attività di profilazione nei confronti di alcune categorie di utenti (come gli anziani e i basso spendenti) dei quali non aveva acquisito il consenso informato, e non aveva pertanto potuto notificare nulla al Garante.
Ed è proprio presso il sito ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali che si legge:
All’esito dell’accertamento, il Garante aveva contestato alla compagnia telefonica sia le violazioni relative all’informativa, al consenso e alla profilazione, sia l’ipotesi di maggiore gravità, in quanto commesse in relazione a banche dati di particolare rilevanza e dimensione.
Tenuto conto delle diverse infrazioni, del cospicuo numero di persone coinvolte e delle precedenti sanzioni indirizzate a Fastweb, il Garante si è quindi risolto a notificare una nuova sanzione pecuniaria non oblabile. L’importo iniziale era stato fissato sui 150 mila euro, ma considerate poi le particolari condizioni della società, la somma è stata portata a 600 mila euro.
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