TIM, l’interesse di KKR e lo scorporo della rete: gli scenari con Cdp e altri fondi di investimento
Con l’ex AD di TIM, Luigi Gubitosi, che dimettendosi ha compiuto un passo indietro per favorire la valutazione dell’offerta di KKR sul Gruppo italiano, in questi giorni l’attenzione del settore si sta concentrando sul futuro dell’operatore e sugli importanti cambiamenti di governance in vista.
La manifestazione di interesse di KKR
Già il 21 Novembre 2021, il CdA di TIM aveva preso atto dell’intenzione del fondo americano Kohlberg Kravis Roberts & Co. (KKR) di effettuare una possibile operazioni su TIM tramite offerta pubblica d’acquisto sul 100% delle azioni ordinarie e di risparmio.
La Manifestazione d’Interesse è stata qualificata da KKR “amichevole” e aspira ad ottenere il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management.
Il prezzo indicato da KKR nella Manifestazione d’Interesse, da pagare interamente per cassa, da considerarsi allo stato, oltre che non vincolante, anche meramente indicativo, sarebbe pari a Euro 0.505 per azione ordinaria o risparmio.
Anche il Governo ha preso atto della manifestazione d’interesse per TIM, definendo la notizia positiva per il Paese. Chiaramente, come evidenza il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sarà poi il mercato a valutare la fattibilità della proposta.
Gli aspetti da chiarire tra Due Diligence e Consob
Intanto, secondo fonti di Repubblica, in allegato alla proposta di OPA sarebbe stata inviata anche una highly confident letter di JP Morgan, che si impegna a garantire il finanziamento dell’operazione, per la parte di debito caricata sull’OPA.
Al fianco di KKR, ci sarebbe anche la banca americana Morgan Stanley e, secondo alcune indiscrezioni non ancora confermate, anche Citi.
Invece, dal lato di TIM, sempre secondo quanto noto al momento, è stato composto un comitato con cinque consiglieri indipendenti, tra cui il Presidente Salvatore Rossi e due nominati da Assogestioni, proprio per analizzare la proposta.
Un tema principale sarebbe quello legato alla richiesta di avvio di una due diligence proposta dal fondo Kkr stesso, che, si ricorda, è già entrato nella società della rete secondaria di TIM, ovvero FiberCop.
Con il termine due diligence si intende l’attività di investigazione e approfondimento dei dati relativi a una trattativa e allo stato di salute di un’azienda, per meglio predisporre i termini delle negoziazioni.
Nel caso specifico, la richiesta di due diligence della durata di quattro settimane dovrà essere valutata da TIM, per permettere al fondo americano di calibrare al meglio la propria proposta.
Tuttavia, in questo senso si starebbe discutendo anche sulla possibilità di aprire una gara con altri eventuali investitori interessati, come Cvc, che potrebbe persino allearsi con KKR per un’offerta congiunta.
Anche il ruolo della Consob resta per il momento non del tutto chiaro. Il Presidente Savona ha infatti reso noto di essere intervenuto per valutare la correttezza delle informazioni giunte al mercato sull’OPA e degli allegati non divulgati, come la già citata lettera di JP Morgan e un possibile piano di scorporo della rete.
L’ipotesi dello scorporo e lo scenario francese
Secondo indiscrezioni di stampa francesi riportate da BFMTV, Xavier Niel, il fondatore di Iliad, avrebbe visto con favore la proposta di KKR, di cui è consigliere. Fonti vicine a Niel, riportate dai media francesi, evidenziano inoltre che il padre di Iliad potrebbe essere interessato a trattare con KKR un’eventuale operazione su TIM nel prossimo futuro.
Intanto, per ridurre il debito e concedere allo Stato italiano la tutela degli interessi pubblici sull’infrastruttura di TIM, è stata avanzata anche l’ipotesi di uno scorporo con quote da assegnare a Cassa Depositi e Prestiti.
Così facendo, KKR si troverebbe a puntare su un business più sano e il Governo potrebbe mantenere il controllo delle infrastrutture strategiche.
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