Continua a dipanarsi la vicenda sui servizi VAS a sovrapprezzo non richiesti, attivati a numerosi clienti tramite delle liste apposite. Le indagini vedono in totale undici indagati, uno dei quali ha fornito alcuni dettagli sulla vicenda.
Su ordine e autorizzazione della Procura di Milano, la Guardia di Finanza ha proceduto anche a una perquisizione nella sede di WindTre a Rho, per raccogliere ulteriori informazioni sul fenomeno dell’attivazione di servizi a sovrapprezzo VAS non richiesti, come ad esempio oroscopi, meteo o giochi attivati anche in modalità zero click, dunque senza nemmeno che sia necessario un “tap” del cliente in un banner pubblicitario su internet.
Tra gli undici indagati figurano anche due ex dirigenti e un ex quadro dell’operatore WindTre, oltre ad altri soggetti in concorso tra loro.
È stato adesso reso noto che Gabriele Andreozzi, responsabile di una delle società coinvolte nella frode, ha messo a verbale una dichiarazione sulle liste dei clienti per l’attivazione dei servizi.
Come riporta Sky TG24, infatti, l’indagato ha reso noto che con cadenze trimestrali venivano passate delle liste di numerazioni per attivare servizi agli utenti, con centinaia di migliaia di numerazioni ex brand Wind. Andreozzi ha reso noto di aver utilizzato due o tre liste al massimo.
Secondo le dichiarazioni di Andreozzi, le liste vennero passate da tali Fabio Cresti e Antonio Affinito della società Pure Bross al centro dell’indagine tramite Telegram.
Un altro nome al centro dell’indagine è l’ex dirigente di Wind Tre Spa Luigi Saccà che avrebbe avuto dei rapporti con Evolution People srl, una società pubblicitaria sponsorizzata dall’operatore unico a partire dal 2017.
Oltre alla frode informatica ai danni dei consumatori, tra le ipotesi di reato a carico degli indagati rientrano anche l’intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale.
Il business illecito che è stato fatto emergere dalla Procura di Milano e dalla Guardia di Finanza valeva diversi milioni di euro e si basava sull’attivazione in modalità zero click di diversi servizi a valore aggiunto non richiesti, anche su SIM M2M, dunque non Human.
Il Procuratore della Repubblica Francesco Greco ha ieri 3 Luglio 2020 commentato il fenomeno definendolo sintomo di una situazione che deve essere sottoposta a controllo, caratterizzata da una vasta platea di utenti colpiti con prelievi di pochi euro, che però offrono alle società coinvolte profitti milionari.
Lo stesso Procuratore Greco era stato vittima della frode, accorgendosi in un parco pubblico dell’attivazione di servizi mai richiesti. Nel corso delle indagini, che hanno coinvolto diverse società della filiera in questione, sono stati sequestrati 12 milioni di euro in totale.
WindTre non ha attualmente commentato ufficialmente l’accaduto. Alla sua forza vendita e al servizio clienti l’operatore ha comunicato di aver sempre agito correttamente e in conformità alla normativa vigente, aggiungendo che saranno poste in essere tutte le azioni necessarie a tutela dei clienti.
Nessuna risposta invece da parte dell’ufficio stampa di WindTre, che ha preferito per adesso non commentare la vicenda.
Nelle indagini in questione è stata coinvolta (con un inevitabile danno d’immagine) un’intera filiera dei servizi VAS, servizi a sovrapprezzo che sono stati regolamentati negli anni dall’AGCOM.
A tal proposito, si evidenzia che dal 1° Novembre 2019 sono entrate in vigore delle integrazioni al CASP 4.0 per via della delibera AGCOM 366/19/CONS.
Tra queste, è stato introdotto in particolare il diritto di ripensamento entro 6 ore dalla ricezione del messaggio di attivazione con rimborso erogato entro 24 ore dalla richiesta. Inoltre, sono stati modificati i testi delle landing page e degli SMS informativi, che riportano appunto un riferimento al diritto di ripensamento.
Stando alle informazioni emerse al momento, la maxi frode dei servizi VAS scoperta dalla Procura di Milano riguarderebbe invece attivazioni fino al 30 Ottobre 2020, dunque prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento.
In ogni caso, si ricorda sempre che, qualora i servizi VAS non siano di interesse dei clienti, è possibile effettuare il “vaccino” (o barring) contattando il proprio operatore e chiedendo di bloccare i servizi a sovrapprezzo o solo alcuni generi specifici. Inoltre, alcuni operatori prevedono già un blocco di default di tali servizi, che possono eventualmente essere sbloccati solo su esplicita richiesta del cliente.
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