Reti e Frequenze

Nokia porta la prima rete cellulare sulla Luna con la missione IM-2 di Intuitive Machines

Nei giorni scorsi, in particolare il 10 Marzo 2025, Nokia ha annunciato di aver dispiegato con successo la prima rete cellulare sulla Luna tramite la sua tecnologia di Lunar Surface Communications System (LSCS), portata a bordo della missione spaziale IM-2 di Intuitive Machines.

Questa dimostrazione tecnologica, ha fatto sapere Nokia, è stata finanziata in parte dall’iniziativa Tipping Point della NASA, il cui progetto Commercial Lunar Payload Services, a sua volta, comprende anche il lancio IM-2.

L’obiettivo, come spiegato dalla multinazionale finlandese, è stato dimostrare, in collaborazione con la NASA, nonché con aziende come Intuitive Machines e Lunar Outpost, come le stesse tecnologie cellulari utilizzate sulla Terra possano soddisfare anche le esigenze di comunicazione per l’esplorazione spaziale, sulla Luna e, in futuro, pure su Marte.

Nonostante la tecnologia LSCS, sviluppata dai Nokia Bell Labs, abbia superato diversi test una volta atterrata sulla superficie lunare a bordo del lander Athena, Nokia non è riuscita tuttavia a effettuare la prima chiamata cellulare sulla Luna, a causa di alcune limitazioni di alimentazione dovute all’orientamento dei pannelli solari del lander dopo l’atterraggio sul Polo Sud del satellite naturale.

Di seguito, le parole di Thierry E. Klein, Presidente di Bell Labs Solutions Research presso Nokia, che ha dichiarato:

Nell’esplorazione spaziale ci sono grandi successi e piccoli successi. Abbiamo consegnato e dispiegato la prima rete cellulare sulla Luna e siamo incredibilmente orgogliosi dei risultati raggiunti nonostante le difficili circostanze.

Se i nostri moduli fossero stati operativi quando il nostro network in a box è stato acceso, tutte le indicazioni suggeriscono che saremmo riusciti a completare la prima chiamata cellulare sulla Luna.

I successi ottenuti restano comunque significativi. Siamo riusciti a prendere componenti commerciali standard, che connettono miliardi di persone sulla Terra, e adattarli per operare sulla Luna.

Questi primi traguardi dimostrano che le tecnologie cellulari hanno un ruolo fondamentale nell’esplorazione spaziale e non vediamo l’ora di partecipare a future missioni con NASA, Intuitive Machines, Lunar Outpost e altri partner del settore spaziale.

Nel corso della missione lunare, in particolare, Nokia ha validato con successo aspetti chiave del funzionamento della rete, inclusa la trasmissione di dati operativi alla stazione di terra di Intuitive Machines e al centro di controllo missione di Nokia sulla Terra, oltre all’attivazione di diversi componenti della soluzione di comunicazione LSCS.

Tuttavia, come già detto, l’azienda non è riuscita a effettuare quella che sarebbe stata la prima chiamata telefonica sulla Luna, per via di difficoltà riguardanti l’alimentazione del sistema, compromessa durante la fase di allunaggio del lander Athena.

Ad ogni modo, come reso noto da Nokia, il Sistema di Comunicazione per la Superficie Lunare dei Nokia Bell Labs, durante la finestra di 25 minuti in cui ha potuto ricevere alimentazione, è riuscito a completare correttamente diversi test.

Il “Network in a Box” (NIB) installato su Athena si è infatti acceso con successo, ha ricevuto comandi a distanza e ha inviato risposte al centro di controllo missione di Nokia a Sunnyvale, in California. Inoltre, il software di gestione e operazioni di Nokia sul lander si è avviato e si è connesso alla stazione di terra di Intuitive Machines.

I dati telemetrici della rete hanno confermato uno stato operativo “on air”, indicando che tutti i suoi sottocomponenti, ovvero stazione base, radio e core di rete, funzionavano correttamente.

Secondo quanto riportato da Nokia, in particolare, subito dopo l’atterraggio i dati hanno mostrato che il modulo del dispositivo LSCS a bordo del Micro Nova Hopper di Intuitive Machines stava assorbendo energia con funzionamento regolare, segno che era pronto a ricevere una connessione.

Nonostante ciò, quando la rete è stata attivata diverse ore dopo, la temperatura del modulo Hopper era scesa al di sotto dell’intervallo operativo, a causa delle limitazioni di alimentazione e delle condizioni estreme nel cratere di atterraggio di Athena, impedendo la connessione tra il modulo del dispositivo e il Network in a Box.

Editing Mattia Castro

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