L’ACCC si oppone alla fusione tra Vodafone Hutchison e TPG in Australia: rischi per la concorrenza
L’ACCC, l’Autorità australiana per la concorrenza, si è opposta alla proposta di fusione tra TPG Telecom Limited e Vodafone Hutchison Australia, per via del danno che verrebbe causato da un’ulteriore concentrazione del mercato mobile.
Come afferma l’ACCC nel suo documento ufficiale, infatti, in Australia i tre principali operatori nel mobile, ovvero Telstra, Optus e Vodafone Hutchison Australia, dispongono di oltre l’87% della quota di mercato. Discorso simile anche per il fisso, in cui TPG, Telstra e Optus detengono l’85% del market share.
La fusione fortemente voluta dai due operatori rischierebbe dunque di ridurre ulteriormente il livello di concorrenza nel settore, poiché precluderebbe a TPG l’ingresso nel segmento mobile, considerato come “l’ultima chance” per elevare la competizione a vantaggio dei consumatori.
Rod Sims, Presidente dell’Australian Competition & Consumer Commission, ha così commentato la decisione:
“I servizi a banda larga rivestono un’importanza cruciale per i privati e le aziende, sia nel canale mobile che in quello fisso. Dato l’andamento di lungo periodo dell’industria, TPG ha l’imperativo commerciale di sviluppare la sua rete mobile con la flessibilità che le permetterà di proporre servizi di connettività fissa e mobile a prezzi competitivi. Allo stesso modo, Vodafone ha sentito il bisogno di entrare nel mercato di rete fissa. Queste azioni da parte delle due aziende potranno probabilmente migliorare la concorrenza nel mercato”.
Rod Sims ha anche ricordato che, dove possibile, le strutture di mercato dovrebbero essere regolate dal processo competitivo, e non da fusioni che renderebbero il mercato soggetto a una carenza di sfide per il futuro.
In altri termini, l’ACCC non ha approvato la richiesta di fusione poiché l’operatore TPG sembrerebbe, nonostante tutto, particolarmente adatto a entrare nel mercato di rete mobile con piani più economici e bundle più ricchi. E i consumatori australiani non possono perdere quest’opportunità.
Si ricorda che TPG aveva avviato la costruzione della sua rete mobile grazie al partner Huawei, che subì però un ban da parte del Governo australiano. Per questa ragione, TPG ha dovuto interrompere la costruzione del suo network dopo aver acquisito materiali per oltre 1500 siti, con costi superiori ai 100 milioni di dollari australiani.
L’ACCC è consapevole dei problemi che l’operatore ha dovuto affrontare, ma il suo Presidente afferma che TPG ha ancora a disposizione le sue preziose frequenze, una solida fibra e una vasta customer base. Inoltre, l’arrivo del 5G non potrà non rappresentare una valida occasione per cercare di ottenere dei margini più elevati entrando nel mobile.
L’Autorità conclude dunque che, se la fusione non si farà, ci sarà un’elevata possibilità che TPG possa continuare a sviluppare la sua rete mobile. Chiaramente, l’opposizione alla fusione non influirà sulla joint venture tra TPG e Vodafone realizzata per condividere le frequenze ottenute a Dicembre 2018.
Come riporta Reuters, il CEO di Vodafone Hutchison Australia, Inaki Berroeta, ha affermato che comprendere la decisione dell’Autorità risulta estremamente difficile, poiché l’ACCC avrebbe creato una “struttura ideale del mercato” che non andrebbe paragonata con la realtà dei fatti. Per questa ragione, Vodafone ha intenzione di contestare la decisione della Commissione australiana.
TPG non si è invece ancora espressa. A parlare, sono state le azioni della società: dopo la pubblicazione della nota dell’Autorità, i titoli del Gruppo sono crollati del 13,5% circa, chiudendo a 6,04 dollari australiani.
Si ricorda che nel 2009 l’Autorità aveva accettato la fusione tra Vodafone Group e Hutchison Telecoms (presente in Italia con Wind Tre), per la nascita della nuova entità chiamata Vodafone Hutchison Australia, partecipata al 50% dalle due aziende.
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