
Oggi, 11 Aprile 2019, in tutta Italia si sta tenendo lo sciopero nazionale dei lavoratori di Wind Tre contro i progetti aziendali dell’operatore congiunto, proclamato dalle associazioni sindacali in seguito all’incontro tenuto con l’azienda.
Si tratta di uno sciopero dell’intero turno in diverse sedi, da Genova a Roma, da Ivrea a Palermo, per protestare contro l’emergente politica di esternalizzazione che l’operatore vorrebbe applicare nel nuovo piano industriale.
Di seguito, il commento di Riccardo Saccone, Segretario Nazionale Slc Cgil:
“In questi giorni le lavoratrici e i lavoratori di Wind Tre hanno messo in campo, insieme al sindacato confederale, una moltitudine di iniziative per protestare contro i possibili trasferimenti da Roma a Milano e le ipotesi di cessione di ramo d’azienda. Domani sarà una giornata importante per la vertenza. E’ opportuno che il management aziendale rifletta attentamente e valuti di abbandonare strade pericolose e decida di provare a gestire il futuro dell’azienda con il sindacato. Dimostri il coraggio che stanno mettendo in campo i lavoratori in queste ore”.
Lo stato di agitazione che è sfociato nelle proteste delle associazioni sindacali è stato originato da alcune dichiarazioni di Wind Tre in merito all’integrazione dei due brand, con un conseguente sacrificio di alcune figure di responsabilità, una possibile cessione di un ramo d’azienda e un trasferimento di sede per alcuni lavoratori.
Più nello specifico, nel corso dell’incontro di Marzo 2019, l’azienda ha confermato l’intenzione di adottare nuovi processi automatizzati per ridurre i costi operativi e sostenere gli investimenti programmati.
Per rendere sostenibile il suo piano industriale, Wind Tre starebbe studiando un progetto finanziario che potrebbe sfociare nella vendita di un ramo aziendale, o nella societarizzazione con maggioranza e controllo operativo. Si tratta del cosiddetto Progetto PISA, emerso nell’incontro con le Segreterie Nazionali, ma non ancora confermato in via ufficiale.
il Progetto in questione coinvolgerebbe circa 100 lavoratori dipendenti e si affiancherebbe alla politica di riduzione della duplicazione di figure di responsabilità tra i due brand.
I sindacati hanno immediatamente condannato il piano di sviluppo dell’operatore, fissando assemblee retribuite e proclamando lo stato di agitazione e le iniziative di sciopero, ai sensi delle Leggi 146/90 e 83/2000.
I lavoratori e le organizzazioni lamentano in prima luogo l’assenza di un coerente piano di sviluppo aziendale, oltre ai rischi occupazionali dovuti ai trasferimenti verso la sede di Milano e all’esternalizzazione dei rami aziendali.
Per questa ragione, sono stati organizzati diversi scioperi dei lavoratori a livello nazionale: il 2 Aprile 2019 si è proceduto con uno sciopero delle figure impiegate nella Finance e Control Procurement per l’intero turno di lavoro, mentre a partire dal giorno 8 Aprile 2019 e fino al 7 Maggio 2019 si è proclamato lo sciopero degli straordinari, della reperibilità e del lavoro programmato.
Quella odierna è probabilmente l’iniziativa più pesante messa in campo dai sindacati: per tutta la giornata di oggi è stato proclamato uno sciopero dell’intera azienda, ad esclusione dei lavoratori del settore frodi, per l’intero turno di lavoro. Si attende adesso la risposta dell’azienda.
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