Telecomunicazioni

Antitrust, banda ultralarga: stop a ostacoli burocratici, voucher per connessioni sopra i 100 Mbit

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L’Antitrust ha indirizzato una sua segnalazione al Governo, al Parlamento, all’AGCOM e all’ANCI in merito allo sviluppo delle reti di telecomunicazione fissa e mobile e agli ostacoli che non permettono agli operatori di sfruttare appieno la loro capacità di investimento.

Il testo della segnalazione dell’Autorità si apre con una riflessione sul contesto emergenziale attuale, da cui è scaturita la necessità di infrastrutture di telecomunicazioni a prova di futuro per sostenere le esigenze di famiglie e imprese.

Dopo gli scarsi progressi negli ultimi anni sul fronte delle performance digitali (viene citata la quart’ultima posizione nell’indice DESI in Europa) secondo l’Antitrust l’emergenza sanitaria ancora in corso può rappresentare un’occasione per incrementare l’adozione di servizi a banda ultralarga da parte dei cittadini e rilanciare gli investimenti privati e pubblici sulle reti.

Per questa ragione, l’Autorità ha ribadito la necessità di eliminare gli ostacoli all’installazione di impianti di telecomunicazione “che restringono ingiustificatamente la concorrenza nei mercati delle telecomunicazioni con rilevanti ricadute sui livelli di servizio erogati ai consumatori e alle imprese nonché sulla competitività dell’Italia nei confronti di altri Paesi”.

Le agevolazioni per gli operatori partono, secondo l’Antitrust, dalla modifica delle restrizioni alle emissioni elettromagnetiche, alla luce dei risultati di diverse valutazioni scientifiche.

Così facendo, potrebbero essere promossi nuovi investimenti per migliorare la competizione in diverse tecnologie e fornire servizi di qualità ai clienti a prezzi più contenuti. Se nel mobile si è già assistito a una rinnovata spinta concorrenziale, nel fisso ciò potrà accadere secondo l’AGCM solamente riducendo gli oneri amministrativi e le barriere all’entrata.

Analizzando il quadro regolamentare per il fisso, è stata ricordata la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga approvata il 3 Marzo 2015 per ridurre il gap infrastrutturale, con la previsione di reti ad almeno 100 Mbps per l’85% della popolazione e ad almeno 30 Mbps per la restante parte.

La centralità delle infrastrutture di telecomunicazione è stata poi recentemente confermata proprio dal Decreto Cura Italia del 17 Marzo 2020 volto anche a potenziare le infrastrutture di rete.

L’AGCM continua però a vedere delle criticità nella realizzazione delle reti di telecomunicazione, prevalentemente causate dagli ostacoli amministrativi “ingiustificati” che possono rallentare la realizzazione delle reti.

Per questa ragione, l’Antitrust ha auspicato che vengano adottate misure per ridurre i tempi di installazione e semplificare gli iter per la costruzione delle reti in fibra ottica, ad esempio tramite interventi (anche di natura transitoria) per la previsione di termini ridotti per i procedimenti amministrativi di autorizzazione.

Mettere inoltre a disposizione degli operatori tutte le infrastrutture idonee a ospitare le reti in tempi brevi (ad esempio i cavidotti e le infrastrutture di posa già esistenti) potrebbe contribuire ad agevolare e velocizzare sensibilmente la realizzazione delle reti.

Lo scorso mese si è parlato a lungo dei ritardi di Open Fiber per la copertura delle aree bianche. Nella sua segnalazione, l’Antitrust ha tuttavia ricordato che delle 289.000 unità immobiliari già realizzate e collaudabili, Infratel Italia ha collaudato e attivato solo il 21%, dunque circa 61.000 unità.

L’AGCM ha dunque auspicato un’accelerazione dei processi di collaudo da parte di Infratel, parallelamente a un rilascio più rapido dei permessi, considerando che in 533 comuni con cantieri in esecuzione risultano mancanti 786 permessi da oltre 45 giorni, secondo gli ultimi dati rilasciati.

Un’ultima criticità riscontrata in tal senso è quella legata alle procedure e ai moduli richiesti, che spesso variano a livello locale. Il suggerimento dell’AGCM è quello di prevedere una modulistica standard anche per ridurre i costi di transazione degli operatori.

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Per favorire gli investimenti nelle infrastrutture a banda ultralarga, l’Antitrust ha ricordato di essere a favore, insieme all’AGCOM, per l’attuazione di politiche ad hoc di sostegno della domanda, ad esempio sotto forma di voucher, sovvenzioni e benefici per famiglie e imprese che volessero dotarsi di una connessione a banda ultralarga.

Per gli interventi a sostegno della domanda privata, il focus andrebbe rivolto secondo l’Autorità agli obiettivi di inclusione sociale per raggiungere i target della Strategia Italiana per la Banda Ultra sopra riportati.

Interventi generalizzati andrebbero invece prospettati per soluzioni con velocità superiori ai 100 Mbit al secondo. In caso contrario, secondo l’AGCM misure di stimolo alla domanda per servizi con velocità più bassa potrebbero avvantaggiare soggetti non interessati a investire, compromettendo l’ammodernamento delle reti di comunicazione elettronica.

In altri termini, secondo l’Autorità occorre mettere in campo strumenti che incentivino lo sviluppo di reti idonee a fungere da volano per una crescita economica significativa, evitando strumenti a supporto di domanda per servizi non a prova di futuro, che potrebbero compromettere gravemente la crescita economica e l’innovazione tecnologica dell’Italia.

Infine, secondo l’Autorità occorre lavorare anche per eliminare gli effetti del lock-in contrattuale degli operatori, che rendono particolarmente costosa la migrazione dei clienti per periodi molto lunghi, anche pari a 48 mesi, penalizzando proprio chi dispone di tecnologie meno recenti.

Eliminando tali restrizioni per i clienti, si potrebbe riuscire a favorire il ricambio tecnologico e convincere gli operatori a concorrere anche tramite meccanismi di upgrade tecnologico.

L’AGCM ha auspicato nella conclusione della sua nota che gli interventi sopra riportati vengano adottati per permettere un più veloce sviluppo delle infrastrutture di rete fissa e mobile, salvaguardando e stimolando la concorrenza in tutti i livelli della filiera per l’ammodernamento delle reti.

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