Dopo i rumors dei giorni scorsi, l’AD di TIM, Pietro Labriola, ha commentato le possibili operazioni di consolidamento che potrebbero coinvolgere TIM, Iliad Italia e Poste Italiane, affermando di aver già indicato negli anni scorsi che questi potevano essere gli unici possibili obiettivi per TIM.
Labriola ne ha parlato nel corso della sessione di domande e risposte della Conference Call del Gruppo TIM, che si è svolta dalle ore 11:00 di oggi, 13 Febbraio 2025, dedicata ai risultati preliminari del Gruppo del quarto trimestre 2024 (quindi anche dell’intero 2024), cioè fino al 31 Dicembre 2024, approvati dal CdA del 12 Febbraio 2025, oltre all’aggiornamento del Piano Strategico 2025-2027.
Inoltre, alle 14:30 si è svolta anche una conferenza stampa, dove anche in questo caso sono stati chiesti all’AD di TIM chiarimenti sulle possibilità di consolidamento nel mercato della telefonia mobile italiano, dopo quello già avvenuto con Fastweb + Vodafone.
Tutto nasce dalle indiscrezioni di stampa secondo cui alcuni giorni fa ci sarebbe stato un incontro fra i vertici di Iliad e il MEF.
Secondo le informazioni raccolte, nei giorni scorsi si è effettivamente svolto un incontro al Ministero dell’Economia (MEF) in cui hanno partecipato i massimi dirigenti di Iliad Italia e del Gruppo Iliad, ossia Benedetto Levi e Thomas Reynaud, con cui l’operatore ha voluto esplorare le possibilità di un’operazione di consolidamento con TIM.
Benedetto Levi e Thomas Reynaud, oltre all’incontro presso il Ministero dell’Economia e della Finanze, hanno incontrato anche Gaetano Caputi, Capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per quanto riguarda Poste, invece, come riportato dal Corriere della Sera nei giorni scorsi, l’azienda sarebbe in procinto di effettuare uno scambio di partecipazioni con Cassa Depositi e Prestiti (CDP): Poste rileverebbe la partecipazione di CDP in TIM, mentre a CDP andrebbe la quota di Poste in Nexi.
In questo modo, Poste Italiane entrerebbe nel capitale di TIM, aprendo le porte ad eventuali partnership commerciali, fra cui anche un possibile accordo per far passare su rete TIM l’operatore virtuale PosteMobile (che attualmente utilizza la rete Vodafone Italia, con un contratto valido fino al 2028).
Rispondendo ad una domanda su questi scenari emersi dalle indiscrezioni degli ultimi giorni, Pietro Labriola ha affermato:
Abbiamo sempre pensato che, dal punto di vista industriale, gli unici due possibili obiettivi per un’attività di M&A, lato consumer, erano Poste o Iliad. Quando abbiamo iniziato a dirlo era il 2022.
Ci sono voluti tre anni, e adesso tutti stanno discutendo di questa cosa. Io non ho una preferenza specifica.
Per noi è sempre importante il risultato per l’azienda. Quindi vogliamo continuare a fornire i numeri e non essere distratti da qualcosa che succede fuori dal nostro perimetro e dalle nostre possibilità.
Labriola specifica dunque di non avere preferenze specifiche fra un’operazione di TIM con Iliad Italia o con Poste.
Successivamente, rispondendo ad una domanda che chiedeva come mai, alla luce del miglioramento della posizione finanziaria di TIM, non sia la stessa TIM a prendere l’iniziativa e presentare un’offerta per Iliad Italia, Pietro Labriola ha dichiarato:
Con la nostra attuale posizione, siamo più aperti a diverse opzioni, da un punto di vista strategico, che possono riguardare l’Enterprise o il Consumer, ma adesso abbiamo una maggiore visibilità su cosa fare in futuro: se le nostre azioni sono al doppio dell’EBITDA, è più conveniente investire per puntare sul consolidamento del mercato acquistando qualcuno al prezzo giusto o sarebbe meglio riacquistare le nostre azioni? Perché ad oggi TIM è un’azienda veramente economica.
Dobbiamo ricordare che noi vogliamo creare il massimo valore per tutti i nostri azionisti. Abbiamo iniziato tre anni fa a cercare di ripristinare un’azienda normale, adesso possiamo dire di essere nei tempi e valuteremo qualsiasi opzioni strategiche che potrebbero creare valore per tutti gli azionisti rispetto ad altre opzioni.
Chiaramente il consolidamento del mercato in Italia è un must per riparare il mercato.
Infine, Labriola ha puntualizzato che adesso TIM ha la flessibilità finanziaria necessaria per poter “guardare al mercato per il meglio dei nostri azionisti”.
In ogni caso, le eventuali opportunità economiche che derivano dal consolidamento del mercato non sono state incluse nell’aggiornamento del piano strategico di TIM.
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