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TIM Business: multa di quasi mezzo milione di euro per la rimodulazione del servizio Safe Web

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, ha pubblicato i dettagli di una sanzione di quasi mezzo milione di euro inflitta a TIM per via della violazione delle norme sulla corretta comunicazione di una rimodulazione, in questo caso riferita al servizio Safe Web per la clientela Business.

L’Autorità ha pubblicato sul suo sito web ufficiale oggi, 23 Dicembre 2019, la delibera n. 494/19/CONS del 16 Dicembre 2019, che esplicita i dettagli del procedimento aperto nei confronti di TIM, conclusosi poi con una sanzione pecuniaria.

Safe Web multa TIM AGCOM

La questione ruota attorno al servizio aggiuntivo per la rete fissa denominato TIM Safe Web, che era stato attivato gratuitamente da Marzo 2018 ad alcuni clienti clienti TIM Business di rete fissa come iniziativa di caring messe in atto in occasione del ritorno alla fatturazione mensile (dopo le fatture a 28 giorni).

Come rilevato da AGCOM nella sua attività di vigilanza, sul sito web di TIM Business è stata annunciata una rimodulazione del servizio Safe Web proprio per quei clienti che lo avevano ottenuto gratuitamente, il quale a partire dal 1° Maggio 2019 sarebbe diventato a pagamento, per un costo di 3 euro al mese IVA esclusa.

Proprio sul modo in cui è stata comunicata la rimodulazione vertono le contestazioni dell’Autorità, dato che TIM ha dichiarato di aver informato i clienti coinvolti, oltre che tramite il sito web (con pubblicazione in data 21 Marzo 2019), solo tramite comunicazione personalizzata con delle lettere cartacee inviate da metà Marzo 2019.

inoltre, l’operatore ha dichiarato che solo a partire dal successivo 16 Aprile 2019 (quindi con un anticipo inferiore rispetto a quanto previsto dalla normativa) ha inviato tramite SMS o email una ulteriore comunicazione, che tuttavia conteneva, rispettivamente, l’invito a consultare l’area clienti per maggiori informazioni o il link a cui accedere a tal fine.

TIM Business multa

La comunicazione tramite lettera cartacea, che non garantisce la certezza dell’effettiva ricezione da parte dell’interessato, è stata giudicata da AGCOM non idonea vista anche la tipologia di clientela coinvolta (Business).

Infatti, l’Autorità ha dichiarato che “appare quantomeno singolare che l’operatore si sia affidato a una simile modalità di comunicazione, nonostante avesse a disposizione (considerata la tipologia di clientela business) strumenti di comunicazione più agevoli, quali la comunicazione in fattura ovvero l’invio di messaggi via PEC.

Per questi motivi, AGCOM ha giudicato la condotta di TIM in violazione dell’Articolo 70 del Codice delle comunicazioni elettroniche, commi 1 e 4, del decreto legislativo 1° Agosto 2003, n. 259, in combinato disposto con gli art. 3, comma 3 e 6, dell’allegato a, alla delibera n. 519/15/CONS.

Pertanto, considerando che TIM non ha intrapreso alcuna iniziativa utile per eliminare o attenuare gli effetti della condotta scorretta, AGCOM ha inflitto una sanzione pecuniaria nella misura pari a 8 volte il minimo edittale, per un totale di 464.000 euro, da versare entro 30 giorni dalla notifica dell’atto.

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